I 5 migliori Easter Egg visti nelle ultime sfilate
E voi li avevate riconosciuti tutti?
08 Aprile 2023
Al di là delle apparenze del lusso e della costruzione degli abiti, la moda è un sistema di costruzione di significati. Questi significati possono cambiare a seconda del designer ma soprattutto, all’interno di una collezione, un designer può inserire dettagli nascosti, sorprese e riferimenti che si notano solo dando un secondo e più approfondito sguardo. Oggi il mondo della moda va forse meno per il sottile che negli anni ’90 – nondimeno, abbiamo pensato di raccogliere i migliori Easter Egg visti nelle sfilate dell’ultima stagione per dimostrare come spesso, dietro a un semplice abito o accessorio, possano nascondersi ispirazioni e riferimenti impensabili.
1. La borsa di Bottega Veneta con il logo Ministero della Cultura
Per Mathieu Blazy, abbracciare l’heritage italiano di Bottega Veneta non significa solo impiegare gli artigiani vicentini che da decenni lavorano nelle fabbriche del brand ma creare un affettuoso ritratto della realtà che lo circonda. Dal taglio curvo dei completi che ricorda le sculture di Boccioni al manico della Sardine Bag che rifà il Maiastra di Brancusi, le citazioni al patrimonio italiano non mancano. La più strana, perché più istituzionale delle altre, è stata la borsa in pelle, illusionisticamente simile a una normale borsa di carta, stampata con i loghi del Ministero della Cultura e della Galleria Nazionale di Cosenza.
2. LGN Louis-Gabriel Nouchi rifà American Psycho
Nello show FW23 di LGN Louis-Gabriel Nouchi i rimandi ad American Psycho erano ovunque, a partire dal look di apertura della collezione: una riproduzione semi-fedele di una delle più famose immagini del film con Christian Bale che include un cappotto doppiopetto, camicia e cravatta, capelli lisciati all’indietro e un viso imbrattato di sangue. Oltre al sangue, che ricorreva anche in altri look total red ispirati ai capitoli finali del libro, altri modelli avevano il viso impiastricciato da quella che sembrava essere crema per il viso – rimando ai celebri incipit del film e del libro in cui Patrick Bateman descrive con minuzioso e inquietante dettaglio i numerosi step della sua skin routine mattutina. Altre citazioni erano le asce e le motoseghe sigillate nella pelle.
3. Le mantelle di Prada che richiamavano le uniformi delle infermiere anni ‘40
Spose, militari e infermiere sono state le fonti d’ispirazione di Miuccia Prada e Raf Simons per la collezione FW23 di Prada. La collezione era un’ode alla quotidianità, ai gesti di cura e premura che valorizzano le piccole cose – e dunque gli abiti erano, in maniera sempre e comunque Prad-esca, semplici, misurati, poco teatrali. Come notato da Vogue, poi, c’era un trio di mantelle che, con le opportune differenze, riprendeva le uniformi delle infermiere dell’esercito nella Seconda Guerra Mondiale. Certo, quel tipo di mantella era parecchio diffuso all’epoca, ma è un esempio di vintage dal design utilitaristico che sicuramente deve avere affascinato Miuccia e Raf.
4. Il maglione di Kurt Cobain da Valentino e Heavn
A poco meno di trent’anni dalla sua tragica fine, Kurt Cobain continua a essere un’ispirazione senza fine per la moda. Anche se torna con una certa ricorrenza, il maglione a righe rosso e nero indossato spesso indossato da Cobain è apparso in due diverse collezioni quest’anno: la Black Tie di Valentino e poi nel recente lookbook di HEAVN by Marc Jacobs, indosso a niente meno che Michele Lamy in versione rosso e bianca e con scollo a V.
5. Undercover ricama sugli abiti una copertina di Dracula
Ovunque nell’ultimo show parigino di Undercover, e non solo sui completi, ma anche sulle gonne a tulipano apparse a fine show, apparivano delle mani ricamate che il resto della stampa ha definito «evil witch hands» e «Grinch-like» ma che in realtà rappresentano la più esoterica delle reference alla copertina di un’edizione del 1979 di Dracula pubblicata da Penguin Books – un richiamo così peregrino e apparentemente casuale che dà la misura di quanto colto e caotico insieme riesca a essere Undercover, a quanto i suoi abiti riescano a essere familiari ma in realtà diversi da chiunque altro.