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Come i designer hanno interpretato l’acqua nella moda

Tutte le volte che le passerelle hanno preso spunto dagli elementi

Come i designer hanno interpretato l’acqua nella moda Tutte le volte che le passerelle hanno preso spunto dagli elementi
Versace SS21
Hussein Chalayan SS16
Hussein Chalayan SS16
Alexander McQueen SS10
Alexander McQueen SS10
Alexander McQueen SS10
Iris Van Herpen SS11
Iris Van Herpen FW11
Versace SS92
Versace SS92
Versace SS21
Saint Laurent SS19
Simone Rocha FW21
Simone Rocha SS22
Burberry SS21
Burberry SS21
Chanel SS19
Chanel SS19
Balenciaga FW2020
Balenciaga FW2020
Saint Laurent SS19

In astrologia i segni d’acqua - Cancro, Scorpione e Pesci - sono contrassegnati da una spiccata sensibilità e forte intuizione. Guidate dalle proprie sensazioni, le persone nate sotto la costellazione di uno di questi tre segni sono molto leali e compassionevoli, hanno profonda immaginazione, ma riescono a mantenere, nonostante l’altalenante stato emotivo, una componente di enigmaticità. Forse perché adattabile ed elusiva, forse perché legata al misterioso mondo sottomarino, la fluidità insita dell’acqua ha ispirato innumerevoli look da passerella e vere e proprie opere d’arte, come il progetto creativo “Salt Years” di Sigalit Landau, l’artista che ha immerso tacchi e vestiti nel Mar Morto per vent’anni per ricoprirli di sale cristallizzato, a significare un’analogia di amore trasmutativo e di una futura coesistenza pacifica tra popoli. Vediamo insieme quali sono, oltre a Landau, i creativi che sono riusciti ad unire il mondo della moda al forte senso di sensualità e mistero che avvolge l’elemento dell’acqua, dalle stampe alle esibizioni sperimentali. 

Passerelle sommerse, o quasi

Come i designer hanno interpretato l’acqua nella moda Tutte le volte che le passerelle hanno preso spunto dagli elementi | Image 446088
Balenciaga FW2020
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Balenciaga FW2020
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Saint Laurent SS19
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Saint Laurent SS19
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Chanel SS19
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Chanel SS19

Sebbene la spiaggia sia indiscutibilmente un luogo che rilassa, ispira alla meditazione, la calma e lo svago, l’industria della moda è riuscita a ritrarla in passerella in modo cupo e tenebroso. «È lo show più scuro che abbia mai fatto,» aveva spiegato a Vogue il direttore creativo di Balenciaga, Demna Gvasalia, nel backstage della FW2020. Stanze a luci spente sono state inondate  d’acqua fino alla seconda fila di posti a sedere per presentare una collezione che prendeva ispirazione dalle origini georgiane del designer, dall’abbigliamento clericale e dai codici distintivi della religione cattolica. Il pavimento d'acqua della passerella rifletteva il soffitto rosso fuoco, dando all’atmosfera il senso apocalittico che da sempre affascina Gvasalia. Questo trucco scenico era stato utilizzato anche da Anthony Vaccarello l’anno precedente per la sfilata SS19 di Saint Laurent, ma in quel caso faceva da sfondo ad abiti anni ’60 e ’70 che evocavano gli anni della liberazione sessuale e il potere della sensualità, e prima ancora, a immergere la platea del glamour in acqua, era stato Karl Lagerfeld, che per la sfilata SS12 di Chanel aveva ideato - assieme a niente di meno che Zaha Hadid -  un set ispirato ad una realtà sottomarina adornando il Grand Palais con grandi sculture bianche e trasparenti, ospitando inoltre la voce di Florence Welch sulle note di “What the Water Gave Me” in una mezza conchiglia, stile Venere di Botticelli.

Perle, stelle e squali 

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Versace SS92
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Versace SS92
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Versace SS21
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Versace SS21
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Simone Rocha FW21
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Simone Rocha SS22
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Burberry SS21
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Burberry SS21

Ispirato dal pittore Jean-Honoré Fragonard, nel 1992 Gianni Versace ha rivisitato le sete stampate - che tanto i suoi clienti avevano amato negli anni ’80 - riproponendo con nostalgia “Trésors de la mer,” il motivo sui toni dell’azzurro e dell’oro da cui anche Donatella Versace ha poi tratto spunto per le sue collezioni, trattandosi di un codice ben impresso nella mente di chi ama la Maison. I look della SS1992 creati da Gianni Versace univano l’alta sartoria alla semplicità innocente di materiali come il denim suscitando scalpore -  per descrivere la collezione Vogue scrisse «Versace calls it ‘romantic rock’ or ‘chic and shock'» - più tardi ripresi dalla sorella per la SS21 in voluminose silhouette e tinte pop.

Similmente, anche la designer inglese Simone Rocha ha preso ispirazione dagli elementi del mare, anche se in senso più romantico, utilizzando le perle come immagine metaforica  fino a renderle un tratto distintivo del suo brand. Per la linea FW20, Rocha ha deciso di dedicare i suoi design a situazioni in cui l’acqua ha un ruolo centrale, come quello della nascita e del battesimo. Guardando all’opera teatrale Riders to the Sea, scritta da J.M. Synge sulla vita nelle Isole irlandesi di Aran, i look univano così il color crema della lana a quello riflettente della madreperla. Un anno dopo la presentazione di Rocha, spinto dal sogno di una libertà persa in seguito all’avvento della pandemia, Riccardo Tisci ha dipinto la collezione di Burberry SS21 come «una storia d’amore tra uno squalo e una sirena.»  Lo squalo in questione, un animale molto amato dal designer, rappresentava però qualcosa di minaccioso: il terrore della solitudine provata dal mondo intero durante il lockdown, tradotta, secondo il linguaggio di Tisci, nel colore blu

McQueen, Chalayan e Van Herpen  

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Alexander McQueen SS10
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Alexander McQueen SS10
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Alexander McQueen SS10
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Iris Van Herpen SS11
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Iris Van Herpen FW11
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Hussein Chalayan SS16
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Hussein Chalayan SS16

Forse uno dei fashion show più memorabili nella storia della moda, Plato’s Atlantis, ossia la SS10 di Alexander McQueen, ha ritratto un’atmosfera surreale direttamente ispirata ad uno spettacolo alieno e sottomarino. Gli abiti riflettevano i vibranti colori sulla passerella in modo quasi accecante, le acconciature sembravano alte e spaventose pinne, il trucco imitava le branchie dei pesci con protesi, e i tacchi vertiginosi - notoriamente indossati da Lady Gaga per la video clip di Bad Romance - riprendevano la forma arrotondata della corazza dell’animale da cui prendevano il nome, Armadillo. Con immaginari legati a paesaggi e fauna naturalistici, McQueen ha inventato un paesaggio apocalittico, mostrando il futuro di una nuova civiltà nata dopo la distruzione ecologica del mondo moderno. 

Due anni dopo, il mondo ha scoperto l'acquaticità dei tessuti di Iris Van Herpen durante la sfilata SS11, organizzata dall’Amsterdam Centre for Architecture per unire le menti di architetti e designer. Assieme a Benthem Crouwel Architects, Van Herpen ha disegnato un look che replicava realisticamente l’aspetto dell’acqua, inaugurando in quel momento ciò che tutt’ora rende la designer unica nel suo lavoro; lo Splash dress - assieme al resto della collezione Crystallization - è stato il primo abito stampato in 3D dalla stilista, un’opera di avanguardia tecnologica e tessile che sfida i limiti delle possibilità sartoriali. Proprio quest’anno è stata inaugurato Carte Blanche, il film creato in collaborazione con l’artista Julie Gautier che esplora l’idea di femminilità, bellezza, e coraggio delle donne, immergendo coreograficamente le modelle e gli abiti voluminosi in profondi bacini d’acqua, a conferma della forte attrazione che Herpen prova per l'elemento. 

Non si poteva finire questo articolo senza nominare anche un altro dei designer più innovativi degli ultimi anni, Hussein Chalayan. Nel suo caso, l’acqua è stata utilizzata per la presentazione della SS16 più come mezzo che come ispirazione: due docce costruite al centro della passerella che durante lo show si sono accese e hanno inzuppato due modelle e i loro vestiti, interamente fatti di carta. Quando l’acqua è entrata in contatto con la carta i look si sono sciolti, rivelando abiti da sera bianchi ricamati con Swarovski neri.  «Si trattava di rappresentare la trasformazione di una situazione di tipo militante [a Cuba] in una più giocosa,» ha spiegato Chalayan nel backstage, «Mi piaceva l'idea di usare l'acqua. Perché, ovviamente, a Cuba c'è il mare.»