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Lydia Tár è l'icona di stile di cui avevamo bisogno

Cappotto The Row e gilet di cachemire, dovremmo vestirci tutti come il personaggio di Cathe Blanchett

Lydia Tár è l'icona di stile di cui avevamo bisogno  Cappotto The Row e gilet di cachemire, dovremmo vestirci tutti come il personaggio di Cathe Blanchett

Algida direttrice d’orchestra di fama mondiale, ma anche innegabile icona di stile. Lydia Tár è tutto questo, ma forse anche qualcosa di più. Fatto sta che il personaggio interpretato da Cate Blanchett in TÁR di Todd Field ha conquistato non solo il pubblico cinefilo per l’interpretazione dell’attrice, che non a caso è candidata agli Oscar, ma anche quello degli appassionati di moda grazie al suo guardaroba studiato nei minimi dettaglii. Merito della costume designer Bina Daigeler, che per creare gli outfit di Lydia Tár si è affidata a un mix di abiti vintage, abiti custom e altri di designer ben noti, come nel caso dell’ormai iconico cappotto di The Row che il personaggio indossa con disinvoltura abbinato a un cappellino dei New York Rangers e che Daigeler ha raccontato esser costato quasi tutto il budget a sua disposizione. La giacca, così come tanti altri capi indossati dal personaggio, è solo uno dei tanti usati per raccontare Tár attraverso i suoi outfit, scavando così ancora di più in profondità nel suo animo. Indossato prevalentemente nelle uscite in borghese, il cappotto di The Row racconta, ad esempio, il lato privato della direttrice d’orchestra, che armata di cappellino e occhiali da sole si nasconde dalle attenzioni indesiderate.

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«Non perde molto tempo a prepararsi la mattina, ma sa che sarà sempre ben vestita grazie a quello che ha nell’armadio» ha raccontato a W Magazine Daigeler per descrivere l’everyday outfit di Lydia Tár, fatto di gilet e maglioni di cachemire (portati rigorosamente sulle spalle), camicie dal taglio immacolato abbinate a pantaloni dal fit loose, che lasciano però spazio a completi fitted e rigorosi nel momento in cui il personaggio sale sul podio (l’unica volta in cui indossa i calzini, per gli amanti dei dettagli). Man mano che la vita personale e la sua carriera iniziano a precipitare però, anche i look perdono di grazia e organizzazione. Quello stile figlio dell’ambientazione berlinese lascia spazio al caos che invade la vita di Lydia, così come il gelido silenzio della sua auto elettrica cede il posto al chiasso dei taxi su cui attraversa New York. Una cura per i dettagli che passa anche per la scelta degli accessori: assenti nel caso dei gioielli, fatta eccezione per un Rolex vintage portato rigorosamente al contrario. Il motivo? Il riflesso della luce su un anello, così come sul quadrante dello stesso orologio, potrebbe dare fastidio ai musicisti nel momento in cui Tár si trova sul podio. L’orologio, tra l’altro, appartiene alla stessa Blanchett e le è stato regalato dal marito Andrew Upton dopo la nascita della loro seconda figlia.

Un altro dettaglio che sicuramente non è passato inosservato è quello della borsa che Lydia riceve in regalo, una Birkin di Hermès scelta personalmente dal regista Todd Field, mentre Daigeler avrebbe preferito una Louis Vuitton. «Io e Cate ne abbiamo parlato diverse volte con Todd dicendogli che una borsa LV sarebbe stata una scelta migliore. Ha insistito che fosse una Birkin e ce ne siamo dovuti procurare una. Non ne vedi molte in giro, ma in qualche modo tutti sanno che è una Birkin» ha raccontato la costume designer a W Magazine. Ma anche se la cura per i particolari riposta nei costumi del film farebbe presupporre il contrario, nelle intenzioni di Bina Daigeler non c’era assolutamente l’idea di rendere gli abiti protagonisti del film. «Non avrei mai pensato che qualcuno si sarebbe concentrato sugli abiti guardando il film» ha dichiarato la costume designer, che nonostante la mancata candidatura agli Oscar si gode il momento di estrema notorietà dopo una carriera relativamente anonima. Il prossimo impegno? La serie su Cristóbal Balenciaga prodotta da Disney+.