Diesel, come il sesso, è di tutti
Glenn Martens ha tinto di rosso preservativi, clubbing e Y2K
23 Febbraio 2023
Un inno al sesso, alla vita notturna, al piacere: al centro della passerella della FW23 di Diesel, i modelli hanno camminato intorno a una montagna di 200.000 scatole di preservativi Durex (altri 300.000 saranno distribuiti gratuitamente ad aprile negli store di tutto il mondo). «La positività sessuale è qualcosa di straordinario. A noi di Diesel piace giocare e lo facciamo seriamente. Divertitevi, rispettatevi a vicenda, siate sicuri. Per una vita sana!» ha dichiarato Glenn Martens, il direttore creativo che ha saputo riportare lustro allo storico marchio italiano e che questa stagione ha presentato 72 look tra sexiness, clubbing, Y2K.
I capi erano continuativi rispetto alle scorse passerelle sotto la guida di Martens, il primo look ne era la quintessenza: una giacca di pelle distressed con scritte sbiadite abbinata a denim consumati che fungevano da stivali. Gli orli vivi, le stampe patinate e un sapiente contrasto tra volumi oversize e pelle scoperta sono caratteristiche ormai chiave del nuovo Diesel, ma questa volta raggiungono un nuovo grado di sofisticazione tra jeans sfrangiati stampati digitalmente, vernice sbiadita spruzzata direttamente sui capi, abiti che cadevano a pezzi su modelli in movimento. L’underwear, un tassello fondamentale nell’universo lifestyle del brand, riporta lo slogan classico con una variante ammiccante "FOR SUCSEXFUL LIVING". L’outwear si compone di puffer over lucidi e giacche in pelle immerse in pigmenti di rame e trattati con toni iridescenti. Su abiti, top e gonne spiccano bocche distorte e sorridenti, un retaggio delle campagne d’archivio, mentre l’omaggio alla libertà sessuale “protetta” diventa protagonista di una capsule collaborativa su alcune T-shirt che incrociano la D di Diesel con quella di Durex.
Complice il ritorno del trend Y2K, di cui il marchio è stato al contempo fautore e spettatore passivo, e la visione artistica di una delle personalità più innovative della scena contemporanea, il brand conferma di generare un culto tanto pervasivo da rasentare il 'nazional-popare', dopo un decennio in cui il nome di Diesel è stato sinonimo di un banale jeans e poco altro. La folla di ragazzi accalcati fuori dallo show, chi con un full look del brand chi con una semplice tee con logo, sono la prova che Diesel è di tutti esattamente come i temi che tratta, esattamente come il sesso, in un microcosmo di coolness che parla la lingua dei valori della Gen Z. Il carisma di Glenn Martens, già noto nella sua declinazione più intellettuale per Y/Project e nella sua versione più elevata per la Couture in collaborazione con Jean Paul Gaultier, emerge nel brand di Renzo Rosso nella sua versione più mainstream e pop, in un equilibrio fragile ma efficace tra extravaganza e pragmatismo. Il risultato è pop, chiassoso, aggregante e democratico come solo il calcio saprebbe essere.