Indossereste mai due pantaloni uno sull’altro?
Dentro il curioso trend del “double pant”
09 Gennaio 2023
Tra TikTok e Instagram, sta iniziando a circolare in maniera quasi impercettibile una nuova maniera di indossare i pantaloni – e cioè quella di sovrapporne due paia, uno sull’altro, per creare l’effetto illusorio di una doppia vita e alterare la silhouette delle gambe. Di recente, nell'estremo nord Europa, dove l’estetica teenage dirtbag sta contaminando già da un anno o due la maliziosa beneducazione degli scandi boy, si è iniziata a vedere un pantalone sportivo ampio indossato sopra un paio di jeans stretti – naturale e inventiva evoluzione del classico boxer a vista. Altrove, su TikTok, iniziano a diffondersi challenge e video di “Get Ready With Me” in cui due pantaloni vengono sovrapposti per ottenere diversi tipi di effetti: dal doppio denim che disegna una silhouette stretta in vita e larga alle caviglie, fino a chi imita il vibe “leggings sotto i jeans” visto una volta su Gigi Hadid, passando anche per i nostalgici del look nu metal che mettono insieme pinocchietti e jeans a zampa. Il look, ammettiamolo, non è per tutti, oltre che essere ancora decisamente under the radar. Non di meno è interessante notare come quella che pare soltanto una bizzarria di styling e una buona maniera per attirare l’attenzione dei social o dei fotografi di street style nel caso delle fashion week, abbia invece interessanti precedenti sulle passerelle, la frequenza delle cui apparizioni, negli ultimi anni, fa pensare che forse un trend del genere potrebbe davvero emergere alla luce del mainstream.
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Tutto iniziò, pressappoco, nel 2017 quando il capo più assurdamente diffuso negli street style delle fashion week di Parigi e New York erano i Fused Jean Trousers di Maison Margiela, un pantalone di lana gessato a vita bassa dalla cui cinta emergevano dei jeans a vita alta in un curioso (ma chic) effetto trompe-l'œil. Lo stile piacque e proseguì nella sua nascosta, strana vita riemergendo concettualmente nei pantaloni modulari della collezione SS18 di Balenciaga per poi esplodere nella collezione FW21 del brand che includeva numerosi look con un pantalone indossato sopra l’altro – il jogger combinato al denim era il più notevole di tutti. Glenn Martens invece aveva iniziato già nel 2016 a mettere un pantalone sull’altro: la FW16 di Y/Project sfruttava l’espediente dei chaps per combinare i pantaloni di pelle al tessuto sintetico o addirittura sovrapporre due denim diversi, tendenza che Martens ha remixato per la SS23 del brand creando la stampa illusoria di un denim sull’orlo inferiore di una t-shirt, creando uno sdoppiamento visivo. Da Diesel invece il double pant è presente in una forma o nell’altra in quasi ogni collezione, dall’esordio in passerella della FW22 alle tre collezioni successive. E se di recente marchi più mainstream hanno giocato con l’idea di uno sdoppiamento della vita dei pantaloni, come Miu Miu e la sua doppia cintura e i gonnellini laterali rimovibili visti nello show egiziano di Dior (ma anche il look centrale della collezione con ERL includeva un boxer a vista che moltiplicava le waistlines) come anche i denim strappati da cui emergono pantaloni neri visti nella SS23 di JW Anderson. Aiutato dal ritorno del boxer brandizzato a vista, del sagging pant e in generale di tutte quelle soluzioni di styling che duplicano gli strati da mostrare sotto la vita, il trend è arrivato anche da Jacquemus nel suo ultimo show, sulle passerelle di Maison Mihara Yasuhiro, su quelle del brand londinese Noki e nella SS22 di Kolor.
Al di là della notazione più o meno meticolosa dell’apparizione di questo stile in passerella (mancano purtroppo metodi di tracciare la diffusione o meno del trend che non siano strettamente empirici) vale la pena notare come il “movimento” seguito dalla presenza di due pantaloni sovrapposti è passato dall’intellettualismo tipico di un brand come Margiela verso campi di reference via via più artisticamente caotici, vedi Demna e Glenn Martens, per poi trovare una casa nella popolare ma assolutamente emergente estetica del teenage dirtbag che prevede il ritorno dei classici capi popolari e adolescenziali dei primi 2000 in una veste riveduta e corretta – più androgina, più provocante, più moderna dal punto di vista della silhouette. Potremmo forse interpretare questa stranezza come il primo sintomo di una moda vissuta in modo più giocoso? Effettivamente, il trend è quasi un inno al DIY. Staremo a vedere se attecchirà o meno.