Nel 2022 la moda d'archivio è ufficialmente diventata mainstream
Il successo di un nuovo modello di consumo
28 Dicembre 2022
Sembrano lontani anni luce gli anni in cui l’abbigliamento vintage era riservato alle classi meno abbienti e parole come "second hand" venivano accolte con diffidenza. Ma se la progressiva ‘riqualifica’ del vintage è un fenomeno che va avanti ormai da un decennio - spinto soprattutto da una nuova generazione di acquirenti attenti all'ambiente, secondo i quali l'acquisto di seconda mano può rivelarsi uno strumento fondamentale nella lotta contro il cambiamento climatico e l’industria del fast fashion - il 2022 è stato l’anno del trionfo. Uno studio condotto dalla società Global Data, ha esplorato il mondo del mercato del second hand registrando aumenti record e rosee previsioni: l’usato statunitense dovrebbe registrare un +24% nel 2022 e raddoppiare entro il 2026, raggiungendo 82 miliardi di dollari. Il vintage è stato ovunque, dai marciapiedi al tappeto rosso, passando per gli store di lusso, delineando un nuovo modo di concepire il guardaroba che è decisamente qui per restare.
I brand sono stati i primi a salire sul carro del vincitore, riscoprendo i propri archivi per cercare nel proprio passato una nuova linfa creativa e realizzando iniziative mirate a far dialogare capi vintage e nuove collezioni in un unico universo onnicomprensivo. É il caso di Gucci Vault, Valentino e Jean Paul Gaultier, divenuti in prima persona retailer del proprio archivio. Sono fioccate poi le collaborazioni tra piattaforme di resell affermate e maison di lusso: già nel 2020, sempre Gucci aveva annunciato la collaborazione con il portale di second hand di lusso The RealReal, seguito nel 2021 Burberry con una partnership con My Wardrobe Hq, e più in grande dalla scelta del gruppo Kering, di acquisire il 5% nel leader di settore Vestiaire Collective. Ma non solo lusso, anche adidas ha esordito nel resale con l’iniziativa Choose to Give Back, seguito da Crocs, Levi’s e molti altri.
Per quanto riguarda le celeb, il 2022 è stato l'anno in cui il dress code per gli eventi mondani è finalmente cambiato. Non solo con il superamento di quella norma antiquata che vedeva come sconveniente "indossare gli stessi vestiti due volte in pubblico" - grazie ad outfit repeater del calibro di Helen Mirren, Susan Sarandon, Kristen Dunst e non ultima Anna Wintour, ma sdoganando anche la pratica di indossare un abito già sfoggiato in passato da un'altro celeb: da Iris Law in FW03 Versace nella replica di un outfit indossato da Beyoncé a soli 19 anni, passando per Emily Ratajkovki nel Newspaper dress firmato John Galliano che ha reso celebre Sarah Jessica Parker. Sinonimo di consumatori consapevoli e rivenditori lungimiranti, il trend del vintage è confermato dalle celebrity, che, specchio di un cambiamento nella società e nel modo di approcciarsi alla moda, stanno rendendo i look del passato di nuovo cool, anzi, spesso molto più cool delle nuove uscite, sinonimo di una ricercatezza e di una consapevolezza del passato tutta nuova tra red carpet e street style. É il caso dell’iconico abito appartenuto a Marylin Monroe e indossato, senza non poche polemiche, da Kim Kardashian al fianco di Pete Davidson al Met Gala 2022, ma non solo. Celeb come Rihanna, detentrice di una ricca collezione di item Tom Ford per Gucci, Kendall e Kylie Jenner, Bella Hadid e molti altri hanno spesso optato per un tuffo nel passato per i loro look, dimostrando che la moda d’archivio è il vero lusso per le trendsetter.