Che rapporto c'è tra celebrity e cibo spazzatura?
Quanto c'è di vero nelle foto di Bella Hadid e Kim Kardashian che mangiano un hamburger
07 Novembre 2022
Se esiste una persona che più di altre è presa a modello dalla Gen Z, continuamente osservata, imitata, ammirata, è Bella Hadid. Che si tratti di un paio di Ugg indossati con dei pantaloncini bianchi, di borse Prada vintage o di momenti virali in passerella, tutto ciò che tocca la modella di origine palestinese si trasforma in un fenomeno mediatico. Persino ciò che mangia (o non mangia) diventa oggetto di discussione, soprattutto su TikTok. La questione potrebbe apparire superficiale, a tratti superflua, se non fosse che il cibo, da consumare per dimagrire, allenarsi, per prendersi cura di sé o per assomigliare a qualcuno, è uno degli argomenti più forti e diffusi sulla piattaforma di ByteDance. Allo stesso tempo, quasi paradossalmente, TikTok funge da valvola di sfogo per migliaia di ragazzi alle prese con disordini alimentari - per cui il social può rappresentare un'arma a doppio taglio, un luogo sicuro in cui aprirsi ma in cui stare sempre all'erta. Allora quali meccanismi si possono innescare se una delle top model di maggior successo al mondo, ammirata per la sua bellezza e il fisico divino, pubblica video in cui mangia una fetta di pizza o un hamburger, o in cui mostra come preparare gustosi panini con salumi e salse varie? Molti, a giudicare dalla discussione che ne è scaturita su TT, una piattaforma che conosce Hadid e la sua famiglia dai tempi del reality The Real Housewives of Beverly Hills, e che soprattutto conosce la mamma Yolanda, nota per aver stabilito regole ferree, se non tossiche, sul cibo e il fisico delle proprie figlie, Gigi compresa.
@usertooknap it’s literally a stunt yall
original sound - Jadi
A molti il dubbio che sorge è questo cibo, in molti casi junk food, esibito da celebrity che non si limitano a Bella Hadid (come le foto di rito ai party dopo gli Oscar con i freschi vincitori intenti ad addentare hamburger e patatine fritte), non sia altro che un oggetto di scena, un accessorio da esibire a favor di camera per dare una parvenza di normalità. Il risultato è un cortocircuito tra la propria persona e la situazione, tutt'altro che ordinaria, e un pasto comune a milioni di persone. Sembra innescare questa sensazione anche l'ultima festa di compleanno organizzata da Kim Kardashian che, saltato il volo per Las Vegas, ha ripiegato su un In-and-Out di Los Angeles, ancora nell'outfit fatto di pantaloni e crop top luccicanti. Il fast food diventa così un set in cui recitare, in cui mettere in scena una parvenza di quotidianità glamourizzata. Ma si tratta pur sempre della stessa persona che solo qualche mese fa aveva raccontato candidamente di aver perso quasi 8 chili per entrare nel vestito del Met Gala, e della stessa famiglia che si è detta preoccupata per l'improvviso dimagrimento della sorella Khloé, per anni ostracizzata perché colpevole di non aderire fino in fondo ai canoni estetici imposti dalla sua stessa famiglia.
Il rapporto ambiguo tra celebrity e fast food non è nulla di nuovo. Si pensi alle classiche fotografie delle modelle di Victoria's Secret prima degli iconici show, ritratte circondate da pizze e patatine fritte, in un tentativo non troppo celato di trasmettere il messaggio "Anche gli angeli mangiano (e junk food per giunta!)", quando le storie di beveroni e diete prossime al digiuno più assoluto circondano ancora oggi gli eventi del brand. La prassi sembrerebbe la seguente: quando la conversazione - online o nei media - si fa troppo insistente su temi scomodi come disordini alimentari o diete pericolose, la celebrity in questione pubblica un video o una foto in cui mangia junk food o un pezzo di pizza (come se peraltro un solo pasto fuori dieta, uno "sgarro", potesse andare ad intaccare un corpo così allenato), mettendo a tacere ogni accusa e sospetto.
Ma non solo. Come ha spiegato su TikTok la dietologa Mallory Page, vedere le celeb mangiare cose normali, le fa apparire "familiar, relatable and attainable", le fa insomma apparire più vicine e connesse a noi. Allo stesso tempo, però, ciò insinua un dubbio difficile da scacciare: perché se mangiamo le stesse cose non abbiamo lo stesso aspetto? Chiaramente perché non è un hamburger a fare la differenza, ma un tenore di vita che garantisce l'accesso a determinati servizi, cure e specialisti, che alla maggior parte delle persone sono preclusi. Per questo non appariremo mai come Bella Hadid.
@malloryjpage #stitch with @usertooknap rite aid? thrifty? it was literally like one of the best nights of my life #kardashians #bellahadid original sound - Mallory Page
È in questa dicotomia, in questo equilibrio precario, che entrano in gioco il marketing e le opportunità di guadagno. Come ha scritto qualche mese fa il New York Times: "Benvenuti nell'era dell'happy meal delle celebrity. Le aziende di fast food si fanno in quattro per associare i loro prodotti a musicisti e influencer seguitissimi, nella speranza che i loro menu possano attrarre un pubblico più giovane. Per i consumatori è un modo relativamente economico e facile di entrare in contatto con le loro celebrità o influencer preferiti. [...] Queste partnership aiutano inoltre i brand ad entrare nei luoghi dove milioni di nativi digitali passano il loro tempo: Instagram, TikTok e agli altri social media".
Tra video aspirazionali su come diventare that girl, tutorial che spiegano come ottenere gli addominali di Bella Hadid, e video in cui la star di turno divora un hamburger, il messaggio è troppo frammentato e contraddittorio al punto da diventare pericoloso. Soprattutto per le generazioni più giovani, mai come oggi in un rapporto tossico con il cibo e alle prese con disordini alimentari.