Ora anche gli influencer hanno un sindacato
Si chiama Assoinfluencer e nasce per tutelare una categoria professionale in continuo mutamento
18 Ottobre 2022
Youtuber, podcaster, streamer, instagrammer: ce ne sono per tutti i gusti e per tutti i social, si moltiplicano come funghi su ogni piattaforma e sono spesso artefici di controversie, ma soprattutto costituiscono un mercato da 280 milioni di euro che nel 2021 ha già fatto sentire la sua voce in Parlamento. Ora, sono anche protetti da un sindacato: si chiama Assoinfluencer la prima associazione italiana di categoria, inserita nell'elenco delle Associazioni Professionali del Ministero dello Sviluppo Economico, che ha l'obiettivo di rappresentare e tutelare gli interessi di oltre 350 mila influencer e content creator.
Una categoria professionale capace di attrarre investimenti in diversi settori, che in Italia, secondo i dati DeRev Lab, ha visto nel 2021 un aumento del 15%. L'influencer marketing è in continua ascesa, ma è un ambito della digital economy non ancora normato da una legislazione specifica sia sul piano fiscale sia dei compensi, ed è qui che entra in gioco il sindacato. Assoinfluencer nasce per supportare, regolamentare, tutelare legalmente una categoria professionale in continuo mutamento, da un'idea degli avvocati Jacopo Ierussi e Valentina Salonia.
«Quella dell'influencer è una figura nuova e che cambia tanto rapidamente quanto il mondo dei media - spiega a Il Giornale Jacopo Ierussi, founder e presidente di Assoinfluencer - i creator possono essere artisti e imprenditori, atleti e divulgatori, ma sono sempre professionisti, capaci di produrre valore attraverso competenze e strumenti specifici. E in quanto professionisti, in un mercato ancora non regolato, ciò che fino ad oggi è mancato è esattamente una realtà che ne tutelasse diritti e interessi: Assoinfluencer è nata proprio per rispondere a questa esigenza.»