Quel che resta dello steampunk
Da John Galliano a Elena Velez, dal cinema alla letteratura
04 Ottobre 2022
Corsetti, cilindri, fibbie di pelle con delle fondine in cui inserire pistole, gonne vaporose e sognanti, camicie piratesche: la moda steampunk non ha canoni definiti, ma tenta piuttosto di rispondere alla domanda "cosa sarebbe successo se punk, goth e rivet fossero coesistiti in epoca vittoriana?". Il termine viene originariamente concepito da K.W. Jeter nel 1987 per descrivere storie di fantascienza ambientate durante il regno della Regina Vittoria (1819-1901), sulla scia di autori come Robert Louis Stevenson, GK Chesterton e Sir Arthur Conan Doyle e della Londra industriale narrata da Charles Dickens, ma oggi designa, in senso più ampio, tutte quelle forme di narrativa fantastica ambientate in secoli anche successivi all'Ottocento o in universi fittizi, ma pur sempre con fortissimi riferimenti al XIX secolo, alla rivoluzione industriale, al romanzo scientifico ottocentesco. E se nell'incontrare un uomo in frac e bombetta, con tanto di occhialini da aviatore, o una donna in abito d’epoca con il viso cosparso di piercing e un telescopio in ottone in mano, troveremmo il look se non di cattivo gusto, quanto meno appariscente, gli stilisti si sono largamente ispirati a questa sottocultura per trarre nuova linfa creativa per le loro collezioni. Dalle creazioni di John Galliano per Christian Dior per l’Haute Couture del 2010 sino al femminismo post apocalittico della SS23 di Elena Velez, da David Bowie a Ian Dury, e ancora cinema, musica e letteratura, l’estetica Steampunk ha continuato ad esercitare un oscuro fascino estatico.
Personaggi topici della letteratura del 19° secolo - esploratori, soldati, signori, contesse e prostitute - ma con un tocco punk, burlesque, dark o fetish, sottogeneri che possono includere acconciature alla moicana, un massiccio ricorso all’uso di piercing, sottovesti a brandelli, stili gotici come il Gothic Aristocrat o il Gothic Lolita. Nel 2005, Kate Lambert detta "Kato", ha fondato la prima azienda di abbigliamento steampunk, Steampunk Couture, mescolando influenze vittoriane, cyber punk e tribali così come fantascienza e shabby chic. Tra i primi a ricorrere all’immaginario fantascientifico vittoriano e a portare in auge una delle subculture cardine degli anni ‘10, c’è Jean-Paul Gaultier, che per la SS08 proponeva capi dal gusto piratesco nei colori della terra e nel 2012 esplorava il completo maschile abbinato a corpetti strutturati e cilindri alla David Copperfield. Nel 2003 Alexander McQueen presentava una collezione con stivali in pelle color testa di moro, giacche e camicie vaporose indossate a pelle e cinture chuncky con fibbia, nel 2006 Domenico Dolce e Stefano Gabbana davano la propria interpretazione del trend con finanziere a doppiopetto e pantaloni a vita alta dal gusto dandy abbinati. L’immaginario corsaro di Vivienne Westwood risale invece a molto prima, all’AW del 1981, un’estetica squisitamente disfatta che accompagna la regina del punk da più di quarant'anni.
Oggi i riferimenti si fanno più rarefatti e accennati, come le camicie destrutturate nei completi di Peter Do o gli orli grezzi, i top in stile bondage, gli abiti a cascata in garza di cotone ricoperti di lattice nero di Elena Velez, o ancora i drappeggi di Ludovic de Saint Sernin, le gonne voluminose e fiabesche di Vaquera, la couture spagnoleggiante di Dior by Maria Grazia Chiuri. Il revival Y2K ha portato la Gen Z a passare in rassegna tutte le estetiche che hanno dominato gli anni del millenium bag e del decennio successivo, dal Balletcore all'Indie Sleeze, non sorprende dunque che uno dei sottogeneri pià bistrattati della storia della moda abbia avuto il suo momento di gloria con 460 milioni di visualizzazioni su TikTok. Ma, come sottolinea Dazed, se nel cinema lo Steampunk è diventato un genere a sé stante, una branca della fantascienza dai tratti specifici, e conta titoli come Mutant Chronicles, Wild Wild West, La leggenda degli uomini straordinari, Sky Capitan and the World of tomorrow e nell’animazione Atlantis, Steamboy, Avril e il mondo falsato, nel quotidiano la sottocultura coinvolge spesso solo coppie di mezza età in anonime città britanniche e appassionati di Doctor Who, forse perché, diciamocelo, non tutti si sentirebbero a loro agio nell'indossare un frac e un binocolo in ottone o perlomeno non in pubblico.