Quando Demna scoprì il talento di Martine Rose
La carriera della designer è iniziata tra le mura di Balenciaga
08 Settembre 2022
Chi è Martine Rose? Il nome della designer anglo-giamaicana non è certo nuovo agli appassionati di moda, soprattutto adesso che insieme a quelli di Grace Wales Bonner e Telfar Clemens sembra essere tra i candidati a riempire il ruolo lasciato vacante da Louis Vuitton dopo la prematura scomparsa di Virgil Abloh lo scorso anno. Solo pochi giorni fa Kanye West, che non ha mai nascosto la sua ammirazione per il lavoro di Rose, aveva condiviso in uno dei suoi numerosi post Instagram un paio di Nike Air Monarch create dalla designer, la stessa che pochi mesi fa aveva collaborato sempre con Nike per creare una maglia speciale per la nazionale inglese di calcio, a ribadire ancora una volta il ruolo di totale rilevanza della designer anglo-giamaicana.
Ma ben prima della sua ascesa, la carriera di Martine Rose è iniziata nel 2015 quando Demna Gvasalia, da poco direttore creativo di Balenciaga, l’aveva scelta per lavorare con lui alla sua prima linea menswear del brand. «Mi ha contattato prima che iniziasse a lavorare da Balenciaga per dirmi che ammirava cosa stavo facendo» aveva raccontato Martine Rose a hypebae descrivendo la genesi di una collaborazione che ha preso forma a giugno 2016 nella collezione Spring 2017. È stato AnOther magazine in un articolo del 2020 a raccontare il dietro le quinte di quella collezione pensata da Rose e Demna per includere damaschi e pizzi incastonati nei pantaloni e negli altri capi della collezione dove, nonostante una forma ancora acerba, tra giacche dalle spalle squadrate e cowboy boots le mani dei due designer sono ben visibili. Quel pizzo, comprato dalla stessa Rose da un fornitore della Santa Sede a Parigi, ha una storia singolare, come raccontato dalla designer ad Alexander Fury: «Avevo comprato una giacca Lewis Leathers a Camden Market, con la scritta "Wankers" sulle spalle. Non sapevo davvero cosa aspettarmi, ma non mi aspettavo che ci lavorassero delle vere suore». Nonostante il lavoro di Martine Rose da Balenciaga sia durato solamente tre anni concludendosi nel 2018, quell’esperienza non fu solo la prova del talento commerciale della designer, ma anche un’inaspettata ancora di salvezza per Rose che fino a quel momento, come dichiarato ad AnOther, vedeva la moda come “un costoso hobby”.
«Lavoravo ancora nei bar, vivevo nelle case occupate» aveva raccontato. «È diventata una carriera fattibile solo molto in là nel tempo, praticamente quando Demna mi ha detto: “Mi piace quello che fai. Vuoi venire a farlo qui?”.» L’incontro con Demna è sembrato uno di quelli scritti nel destino, l’incontro perfetto tra due DNA incredibilmente simili capaci di fondersi dando modo ad entrambi di esprimersi. Non è un caso se tra i marchi distintivi dell’operato di Martine Rose ci siano i loghi, spesso al cento dei suoi design in versioni parodistiche, da quello in stile Carlsberg a quello che riprendeva il logo Pirelli. Proprio durante il suo operato da Balenciaga, era lo show menswear Autumn/Winter 2017, fece il suo esordio il Political Logo, parodia di quello utilizzato da Bernie Sanders nella sua campagna elettorale, e diventato uno dei simboli più riconoscibili del brand sotto la guida di Demna. Per questo, mentre nelle stanze segrete di LVMH si decide il futuro di Louis Vuitton, qualcuno nel gruppo Kering fa il tifo per Martine Rose.