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Indossereste un abito fatto di emissioni inquinanti?

L’ascesa dei materiali carbon-negative

Indossereste un abito fatto di emissioni inquinanti? L’ascesa dei materiali carbon-negative

Nel corso di agosto, il Congresso americano ha passato una riforma di nome Inflation Reduction Act, una legge che per citare lo stesso governo statunitense «include circa 369 miliardi di dollari in incentivi per l'energia pulita e programmi di spesa legati al clima, compresi i finanziamenti per incoraggiare i progetti di cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio». Una volta catturato e immagazzinato, le immissioni di carbonio possono essere utilizzate in diversi modi, tra cui la produzione di materiali detti “carbon-negative” realizzati con lo stesso inquinamento che è stato prelevato dall’aria. Il brand di sneaker On, tra i cui investitori c’è anche Roger Federer, per esempio, sta lavorando con LanzaTech e Borealis, due aziende che si occupano di riciclaggio del carbonio e di chimica rispettivamente, per produrre un’alternativa carbon-negative alla schiuma espansa impiegata nella suola delle scarpe. E On non è da solo: l’anno scorso Pangaia ha creato una felpa le cui grafiche erano prodotte usando AirInk, un inchiostro ricavato dalle particelle di PM 2.5, un inquinante che viene filtrato e trasformato in pigmento; il gigante del beauty Coty, invece, ha dichiarato che entro il 2023 inizierà a estrarre l’etanolo delle emissioni industriali per produrre la maggior parte dei propri profumi sempre in collaborazione con LanzaTech; mentre lo scorso giugno è stata Zara a collaborare con l’azienda per produrre un poliestere realizzato a partire dallo stesso etanolo derivato dalle emissioni industriali.

«Le acciaierie di solito emettono monossido di carbonio e anidride carbonica nell'atmosfera», spiega Zahra Hirji su Bloomberg. «LanzaTech gestisce un impianto presso il sito dell'acciaieria, per catturare facilmente le emissioni di monossido di carbonio e inserirle in un reattore, un processo chiamato fermentazione dei gas. Poi, un ceppo unico di batteri all'interno del reattore divora le emissioni» producendo etanolo come risultato. Intervistata dalla testata, il CEO di LanzaTech, Jennifer Holmgren, ha spiegato: «È come il lievito quando si fa la birra: gli si dà dello zucchero e produce etanolo. Noi non gli diamo zucchero, ma monossido di carbonio o anidride carbonica». Il processo sembra essere pronto a lavorare su scala industriale: secondo Bloomberg, LanzaTech ha prodotto più di 30 milioni di galloni di etanolo dal 2021 in avanti che, secondo l'azienda, corrispondono a 150.000 tonnellate metriche di anidride carbonica tolte dall'atmosfera con l'obiettivo di produrre 100 milioni di galloni entro la fine del 2023 iniziando, tra l’altro, a impiegare anche l’anidride carbonica oltre che al solo monossido di carbonio.

L’argomento è stato trattato anche da Time che, descrivendo gli effetti della riforma americana sull’industria del carbon capturing, ha anche espresso le preoccupazioni di molti ambientalisti su ciò che i nuovi incentivi implicano: catturare il carbonio dall’aria è sicuramente un business che si espanderà e soprattutto una soluzione elegante per ridurre le emissioni di tutte quelle industrie che hanno difficoltà a ridurle, non di meno la riforma che è stata passata non fa molto per la riduzione delle emissioni in quanto tali – riduzione che deve accompagnare il carbon capturing e non essere sostituita da esso. Il policy director di Food and Water Watch ha scritto: «L'Inflation Reduction Act non prevede mandati per ridurre l'inquinamento. Crea incentivi che possono far aumentare gli investimenti privati e consegna miliardi alle società di combustibili fossili basandosi sull'idea che il loro inquinamento climatico possa essere in qualche modo catturato. È una scommessa pericolosa».