La moda dei festival secondo Zalando e i DJ del Polifonic
Le voci del clubbing internazionale hanno parlato
02 Agosto 2022
Jeremy French & Marc-Henri Ngandu
Decidere che look indossare a un festival può essere un’impresa. In quanto occasione sociale par excellence della generazione Millennial, ci sono almeno due istanze da considerare: la prima è che si deve sfoggiare il meglio del proprio guardaroba, la seconda è tanto la comodità quanto la possibilità di rovinare qualunque cosa si ha addosso. Per riassumere la questione nelle parole di Afriqua, uno dei DJ di punta della recente edizione di Polifonic 2022, realizzata in partnership con Zalando, bisognerebbe mettere «qualcosa di sexy che non avete paura a ricoprire di polvere». Per DASCO, poi, che al festival chiusosi lo scorso weekend a Fasano ha condiviso la line-up con Afriqua la questione è ancora più personale: «Non importa cosa indossi purché ti faccia sentire bello e libero». Il duo Hiver, più solidamente pratico, invece, conosce già l’uniforme perfetta del festival: «La comodità è la chiave. Una t-shirt bianca o colorata, cargo shorts, un paio di sneaker e siamo pronti a spaccare sul palco».
E va detto che durante l’ultima edizione del festival, che ha anche rappresentato un avvenuto ritorno alla normalità dopo due anni di incertezze sul mondo del clubbing, gli outfit non si sono risparmiati: nella folla notturna si vedevano fluire camicie di Casablanca di seta gialla, top crochet, t-shirt di Off-White e fantasie floreali senza soluzione di continuità. Dopo tutto, come ci ha ribadito DASCO, «la musica ha il potere di connettere persone diverse e unirle insieme. Sul dancefloor siamo una cosa sola». Un senso di community e di appartenenza che è ormai è forse la principale firma del mondo del clubbing - la cui community, dopo due anni di stasi, è più forte e unita che mai.
E in effetti non è stato difficile vedere uniti sul dancefloor di Fasano tanti stili e outfit diversi – che, come Afriqua ci ha fatto notare riflettevano «i molti artisti dagli stili diversi […] ognuno legato dalla propria individualità». Proprio secondo Afriqua «la moda è parte integrante della musica» anche dal punto di vista degli artisti: «Il guardaroba è una parte importante del ricordo che ci facciamo dei nostri artisti preferiti. È uno dei modi più chiari per esprimere se stessi davanti al pubblico, e credo che anche gli artisti che "si vestono male" facciano una chiara dichiarazione artistica quando lo fanno. Il mio abbigliamento non influenza direttamente la musica, ma sia la mia musica che il mio abbigliamento sono espressioni dirette del mio vibe». Anche per DASCO la questione riguarda il doppio binario di espressione musicale e personale, specialmente se sta dietro la consolle: «Il mio abbigliamento influenza decisamente la mia musica. Mi piace indossare abiti comodi che mi facciano sentire libera e sexy e che risollevino il mio umore, proprio come la musica che suono».
Ovviamente, proprio come gli outfit che compongono il dancefloor, anche lo scenario in cui il festival si svolge gioca un ruolo fondamentale. E lo scenario in questione era la stupenda campagna pugliese che, pur restando ancora un bucolico paradiso mediterraneo, sta diventando sempre più una meta del clubbing europeo proprio grazie al Polifonic: «Quest'anno possiamo sicuramente affermare che la Puglia può competere con alcuni dei paesi più rinomati per i festival. Pensiamo che la differenza sia sostanzialmente nell'atmosfera intima che la Puglia può dare a un festival. Le persone provano le stesse emozioni e sensazioni di qualsiasi altro festival, ma in un ambiente più selvaggio e magico», dicono gli Hiver. Ma anche DASCO ha definito il Polifonic come «uno dei festival più interessanti d’Europa».
Un punto su cui tutti gli artisti presenti nella line-up si sono detti concordi è stato l’entusiasmo che questa edizione del festival ha suscitato da entrambi i lati della consolle: «Mi sono goduto il periodo di vacanza, ma sono felicissimo di poter fare sentire al pubblico la musica su cui ho lavorato negli ultimi due anni», ha detto Afriqua. Ancora più entusiasta si è detta DASCO: «Dopo un lungo periodo senza club e festival, avere l'opportunità di tornare a suonare la mia musica davanti a migliaia di persone è una sensazione incredibile per me e mi emoziona molto. Riuscire a mettere in contatto le persone con la mia musica e farle ballare ed essere felici è il motivo per cui creo musica». Per gli Hiver invece tutto ha avuto una dimensione quasi più intima, dopo tutto loro due sono dei veri habituès per il festival e infatti ci hanno detto (e potremmo dirlo anche noi con loro) che «il Polifonic ha un posto speciale nel nostro cuore».