Se Instagram è morto che fine farà la moda sui social?
Nonostante il passo indietro di Adam Mosseri, il futuro della piattaforma sembra sempre più “video friendly”
01 Agosto 2022
Molto rumore per nulla direbbe qualcuno davanti alla crisi di Instagram, passato nel giro di pochi giorni da nemico pubblico numero uno dopo il cambio di feed e di algoritmo che lo aveva reso una versione confusionaria di TikTok, a innocua minaccia dopo le dichiarazioni di Adam Mosseri, capo della piattaforma pronto a rassicurare i suoi utenti dichiarando che la nuova versione era solamente un test. In realtà dal video pubblicato da Mosseri sul suo profilo è chiaro che la fine è solamente stata rimandata e che il futuro di Instagram sarà sempre più “video friendly” con la possibilità di vedere, da qui ai prossimi mesi, esperimenti di qualsiasi sorta nel tentativo di trovare quello in grado di far arrabbiare il minor numero possibile di utenti. Non è certo un segreto che l’ultima versione sia stata un fallimento su tutta la linea, capace di generare un’onda di indignazione che ha coinvolto qualsiasi tipo di utente, mobilitando anche i pesi massimi della piattaforma come Kylie Jenner, Kim Kardashian e Chiara Ferragni nel tentativo di fermare quello che sembra essere inevitabile: la fine di Instagram per come lo conosciamo.
Se in passato era stato Facebook a implodere introducendo le Stories, allo stesso modo Instagram si appresta a percorrere la stessa strada nel tentativo di colmare il gap con TikTok, passato nel giro di una pandemia da oggetto non identificato a stella polare dei social. Quello che abbiamo capito è che, social a parte, sono cambiati i contenuti, sempre più rapidi e superficiali, da fruire in modo passivo e per questo identificabili in brevi video scelti per noi da un algoritmo. Un meccanismo che nel corso degli anni ha reso vetusto anche Youtube e che con molta probabilità deciderà il modo di approcciarsi ai social network da qui ai prossimi anni, obbligando chiunque voglia sopravvivere nella giungla fatta di post e reel ad adattarsi. Non è un caso se personaggi come la Ferragni o Kim Kardashian si sono esposti in modo così netto per preservare Instagram come lo conosciamo, quello in cui loro e tante altre personalità hanno fondato una parte del loro successo e che, in caso di cambiamento della piattaforma, costituirebbe un problema non da poco per i loro social media manager. I brand, che siano aziende o persone, dovranno però fare i conti con il cambio dei tempi, cercando il modo migliore per rimanere a galla senza perdere il loro DNA.
La moda dal canto suo ha sempre avuto un rapporto complicato con i social network: da un lato Bottega Veneta ha rinunciato da tempo al suo profilo Instagram, mentre Balenciaga ha la tendenza di mantenere il suo profilo vuoto archiviando ciclicamente i post un po' come quegli adolescenti con i profili eternamente vuoti. L’idea è quella di non concentrarsi troppo sulla durabilità del contenuto quanto sul suo impatto nei dieci secondi in cui lo vediamo per la prima volta, qualcosa che TikTok conosce bene e che per forza di cose sembra essere l’opposto di chi, come nel caso di Prada, intende i social come l’album fotografico in cui alternare foto di campagna e look delle celebrities sui red carpet. Un’idea che con la fine di Instagram e il suo approccio “video friendly” dovrà necessariamente cambiare, adattandosi soprattutto alle esigenze di generazioni diverse da quelle che in passato hanno popolato la piattaforma e che sembrano essere molto meno interessate tanto alla moda quanto all’idea dei contenuti imposti dall’alto dalle aziende. Non è un caso se su TikTok i video più visti tra quelli relativi ai grandi nomi del lusso non provengono dai loro account ufficiali, ma da profili di semplici utenti che tra un unboxing e un Get Dressed With Me riescono a essere più convincenti e accattivanti dei contenuti ufficiali dei vari Gucci e Louis Vuitton che nel futuro dopo Instagram dovranno fare i conti con la necessità di ricorrere agli User generated content per adattarsi all’inevitabile ciclo dei social network.