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Il Gruppo Prada registra 1,9 miliardi di revenue nel primo semestre del 2022

E adesso gli amministratori pensano a quotare il brand anche a Milano

Il Gruppo Prada registra 1,9 miliardi di revenue nel primo semestre del 2022 E adesso gli amministratori pensano a quotare il brand anche a Milano

Le cose vanno a gonfie vele per Prada e per la famiglia di brand che fa capo al suo gruppo e che include Miu Miu, Church’s e Car Shoe oltre che Marchesi e Luna Rossa. Forte di un potente network di negozi e punti retail sparsi in tutto il mondo, il gruppo è riuscito infatti a limitare le perdite dovute ai recenti lockdown in Cina trovando slancio grazie al ritorno dei turisti (specialmente americani) in Europa. Le vendite retail dell’intero gruppo, che costituiscono da sole il 90% della sua revenue, sono cresciute del 26% giungendo a 1,7 miliardi di euro – ma la revenue generale per l’intero semestre è ancora più alta e si attesta intorno ai 1,9 miliardi di euro con una crescita del 22%. Interessanti sono poi i segnali per il futuro: il brand intende rendere ancora più forte la sua offerta di pelletteria portandola a farla diventare il 60% dell’intera revenue rispetto all’attuale 51%. Il ready-to-wear costituisce attualmente il 27%, le scarpe il 19% e il resto dei prodotti il 2%. Questo desiderio di diventare il punto di riferimento della pelletteria italiana vedrà probabilmente un alzamento dei prezzi, un ampliamento del campionario ma anche un investimento sulla produzione all’interno del paese – il 90% della pelletteria del gruppo è infatti prodotta in Italia. Ma c’è di più: questi ottimi risultati hanno portato il Gruppo Prada a riflettere su una doppia quotazione, che vedrebbe, nella prima volta nella sua storia, il gruppo quotato a Piazzaffari a Milano.

Il presidente del gruppo, Paolo Zannoni, ha infatti detto agli analisti: «Per la nostra struttura societaria e per la nostra eredità il dual listing è sempre stato un'opzione sul tavolo per Prada e rimane ancora un'opzione», anche se fino a ora «non è una priorità e a questo punto non è stata presa alcuna decisione a riguardo». In un’altra intervista, il CEO Patrizio Bertelli ha detto che il dual listing sarebbe «in linea con l’heritage del gruppo» e anche che «molte società sono quotate in due giurisdizioni. Ovviamente non vogliamo lasciare Hong Kong: l'Asia è un mercato estremamente importante per il nostro gruppo». In effetti una doppia quotazione tra Hong Kong e Milano sarebbe abbastanza senza precedenti, considerato anche come la famiglia Prada possieda comunque l’80% di tutte le azioni, con solo il 20% quotato in borsa. Al momento i dubbi principali riguardano il funzionamento di questo dual listing e lo scambio di titoli tra i due mercati, anche se forse il ritorno a casa del gruppo, in termini fiscali, non solo rappresenterebbe uno sviluppo fortemente positivo ma costituirebbe una possibile lifeline davanti le preoccupazioni che le tensioni tra la Cina e Hong Kong fanno sorgere in questi giorni. Proprio in Cina, tra l’altro, il brand Prada sta puntando con uno show ad hoc che si terrà a Beijing il prossimo cinque agosto in un antico palazzo imperiale cinese.