Come i premi di moda hanno democratizzato la fashion industry
Dal LVMH prize al Loro Piana Knit Design Award
24 Giugno 2022
Nonostante il fascino scintillante che il mondo della moda può esercitare sui numerosi studenti che ogni anno scelgono di dedicare il proprio futuro al settore, complice una competizione sfrenata e un sovraffollamento che rende le posizioni lavorative spesso un miraggio, trovare la propria strada nella fashion industry non è sempre facile. Non è un luogo comune che il mondo della moda possa rivelarsi in diversi contesti duro e ad appannaggio di pochi. In tal senso, oltre ai social media che hanno fornito a chiunque lo desideri un potente megafono, nel bene e nel male, per esprimersi sui più disparati argomenti, Haute Couture compresa, uno strumento potente per democratizzare l’ascesa del talento sono i numerosi premi di moda che hanno lanciato la carriera di alcuni tra gli stilisti più affermati della storia: da Martin Margiela a Nensi Dojaka. Perché, come ogni giovane designer sa, le sfide legate alla creazione di un'etichetta indipendente possono rendere l’ascesa quasi impossibile, anche con il supporto finanziario, la fama e migliaia di like su Instagram, senza un piccolo aiuto dall'alto. Non solo i premi contribuiscono a lanciare le carriere di giovani talenti - rendendo accessibili per vie meritocratiche corsi di formazione, finanziamenti, copertura mediatica o posizioni lavorative - ma costituiscono per molti anche una sfida per incanalare la propria creatività in contesti del tutto inediti.
È il caso del Loro Piana Knit Design Award, giunto quest’anno alla sesta edizione, che ha permesso di avvicinare la Gen Z ad un brand che potrebbe sembrare per molti versi troppo lussuoso e distante agli occhi degli studenti, tramandando loro l’heritage e il know-how di un tessuto antichissimo ma estremamente attuale: la maglia. Il tema del 2022 è stato il “Rediscovery", la riscoperta di un patrimonio e delle proprie radici alla luce di una rivisitazione creativa della Traveller Jacket, capo iconico del brand. Agli studenti delle sei scuole di moda finaliste - la North Carolina State University, l’Institut Français de la Mode, la Heriot Watt University di Edimburgo, il Politecnico di Milano, il Shenkar College di Tel Aviv e il Bunka Fashion College di Tokyo - è stato dunque chiesto di reinterpretare il modello, collaborando a stretto contatto con il team Ricerca e Sviluppo e partecipando a visite guidate nei laboratori di maglieria per scoprire da vicino l’intero processo produttivo. A comporre la giuria, insieme al CEO Damien Bertrand e ad altri rappresentanti interni del brand, c'erano Sara Sozzani Maino, Head of Special Projects di Vogue Italia, Beka Gvishiani, fondatore di Stylenotcom, Chet Lo, knitwear designer e Letizia Schätzinger, tiktoker e content creator, che, nel cuore degli storici headquarters del Cortile della Seta in Via Moscova, hanno eletto Po-Chieh Chiu e Shanon Poupard de l’Institut Français de la Mode di Parigi.
La coppia è stata premiata con il prestigioso Loro Piana Knit Design Award 2022 e, per la prima volta, con un contratto di assunzione in azienda. I due studenti avranno la possibilità di realizzare il capo finito presso il laboratorio di maglieria, nella sede storica della maison in Italia, affiancando gli artigiani Loro Piana e sperimentando in prima persona tutte le fasi che portano alla creazione di un capo di alta sartoria, carpire segreti e piccole attenzioni dal team di professionisti della maison, per confezionare alla Traveller Jacket in una veste rinnovata ed esporre il progetto durante Pitti Filati. Da sempre attenta ai giovani e allo sviluppo delle loro professionalità, Loro Piana si conferma punto di riferimento per la formazione di nuovi talenti: negli anni la maison è stata in grado di costruire una solida rete di giovani talenti, coinvolgendo istituti, business school e università. Uno scambio virtuoso che da un lato favorisce l’ingresso di nuove figure nel mercato del lavoro e tramanda artigianalità e savoir-faire alle nuove generazioni, dall’altra contribuisce a reinterpretare in chiave fresca ed attuale i modelli che hanno fatto la storia del brand con l’apporto di un nuovo dirompente flusso creativo.
Nel 1954 Karl Lagerfeld e Yves Saint Laurent furono i vincitori dell'International Woolmark Prize: solo un anno dopo Lagerfeld andò a lavorare per lo stilista Pierre Balmain e Saint Laurent fu nominato direttore creativo di Dior. Il premio ANDAM invece, promosso dall’Associazione Nazionale per lo Sviluppo delle Arti della Moda e fondato nel 1989 da Nathalie Dufour su iniziativa del Ministero della Cultura francese, ha lanciato le carriere di Martin Margiela, Gareth Pugh, Richard Nicholl, ancora giovanissimi. Allo stesso tempo i CFDA Awards sono, dal 2003 a questa parte, un’istituzione nella promozione delle nuove generazioni di stilisti americani, come è stato per Joseph Altuzarra, Alexander Wang, Proenza Schouler. Il più recente LVMH prize, lanciato nel novembre del 2013 e promosso dall’omonimo gruppo di lusso da un'idea di Delphine Arnault, ha guadagnato in pochissimo tempo una fama esemplare, rendendo i vincitori i nomi più in vista nei programmi della Settimana della Moda: Marques Almeida, Wales Bonner, Marine Serre, Jacquemus, solo per citarne alcuni, mentre Virgil Abloh era arrivato finalista nell’edizione del 2015, diventando poi, solo tre anni dopo, il nuovo direttore artistico del menswear per Louis Vuitton. È un dato di fatto che senza i fashion award alcuni delle voci più importanti della moda sarebbero rimaste inascoltate.