5 cose da sapere sull'ultimo show di Balenciaga
Dal BDSM all'omaggio alla Couture
23 Maggio 2022
Dopo essersi trovato catapultato in mezzo ad un divorzio da un impatto mediatico senza pari, lo show Spring 23 di Balenciaga è andato in onda ieri in America, allo skyline di New York. L’invito fatto di un mazzo di banconote da 100 dollari lasciava presagire che il denaro fosse coinvolto in qualche modo, senza diventarne il protagonista assoluto. Il suono della campana di Wall Street ha scandito l'inizio della sfilata, lasciando spazio subito dopo a un soundtrack industrial in pieno stile Balenciaga. In effetti pensare ad un brand di moda dal fatturato di 3,2 miliardi insieme ad Alexnader McQueen - il mondo in cui il sogno è mosso sostanzialmente dalla finanza - che provi ad innalzare una critica al sistema del capitalismo potrebbe sembrare fuori luogo, se non contraddittorio. Demna ha piuttosto utilizzato una serie di cliché e luoghi comuni sulle abitudini degli abitanti di New York per amplificare il suo messaggio. La Borsa di New York con i suoi schermi assillanti a fare da sfondo, le maschere in latex che hanno cancellato l'identità del casting e la collaborazione con adidas già in vendita sono i punti di partenza per una riflessione sul capitalismo da parte di chi ne è totalmente dentro.
Le maschere in latex
Attingendo ad un’usanza di stampo minimalista e super concettuale praticato in primis durante i defile di Martin Margiela, Demna ha più volte usato maschere di vari tessuti per ricoprire il volto di modelli o celebs (vedi Kim Kardashian in incognito al Met Gala 2021). Eppure, ad un occhio allenato alla decodificazione dell’estetica di Balenciaga riuscire a riconoscere parte del casting potrebbe risulta fattibile. Anche perché stiamo parlando di un immaginario commerciale non solo diventato virale, ma fortemente radicato nel nostro quotidiano. Tanto che l’identità personale, lo stile che ne scaturisce anche, è diventato un qualcosa di assolutamente irrecuperabile in mezzo a trend di ogni tipo. Le maschere in latex hanno proprio la funzione di provare a ricreare uno stile classico, ma effettivamente riconoscibile.
La collabo con adidas
Dopo Yeezy Gap by Balenciaga, arriva anche la collaborazione tra Balenciaga e adidas, una sorta di metacollezione a prova di sold out. Ventidue look, una riedizione della Triple S colorata, pantaloni di tuta - proprio quelli che hanno fatto inorridire una generazione di fashion designer per cui indossare una tuta stava a simboleggiare un fallimento a tutti gli effetti - e t-shirt bloke core. Il tutto già disponibile sul sito di Balenciaga, venendo nuovamente meno ad una regola di base del sistema moda secondo cui i prodotti di una collezione sono disponibili soltanto dopo mesi rispetto alla sfilata.
La rivisitazione del guardaroba classico
Il tailoring e l’abito sartoriale fanno semplicemente parte del linguaggio creativo di un designer come Demna. È questo il motivo per cui non ha mai abbandonato questo filone narrativo ed estetico all’interno delle sue collezioni, assicurandone una continuità logica anche in questa collezione. Collezione, la Spring 23, che ha trovato nel guardaroba una rilettura personale del guardaroba pensato per tutti i giorni: trench in seta, abiti bodycon, smoking ricostruiti e persino tocchi dandy come i fiocchi arricciati.
La colonna sonora
Sfila una business class di impiegati tra suit in raso, statement coat in pelle e caffè alla mano. Ed è subito New York, New York, ma nella versione di Carey Mulligan & Liz Caplan, che interrompe come un cortocircuito per la base elettronica. Arrivano poi lunghi abiti a colonna tempestati di lurex che illuminano la scena di una New York vista sotto la lente demistificatoria di Demna.
Il vibe fetish
Colore trainante della collezione, neanche a dirlo, il nero. Protagonista di tutto il primo atto della collezione, il colore viene usato sapientemente usato per coprire i volti dei modelli, raffigurati come sagome avvolte da maschere in latex dal sapore bdsm. Gli occhi, l’unica parte scoperta del casting, funzionano come segnali di un immaginario erotico a tinte dark offuscato dalle azioni di Borsa riflesse dai monitor in passerella.