Per Renzo Rosso, un gruppo del lusso italiano può ancora esistere
Tra i brand che l’imprenditore vorrebbe acquisire ci sono Jacquemus, Rick Owens e Casablanca
12 Maggio 2022
Le cose vanno bene per l’OTB Group di Renzo Rosso. Glenn Martens sta facendo fuoco e fiamme da Diesel, Maison Margiela ha raddoppiato il suo giro d’affari in tre anni, Jil Sander è tornata a generare profitti dopo essere stata messa in crisi dai precedenti proprietari di Onward, Marni si gode un successo sempre più largo mentre si prepara a lanciare una collezione con Uniqlo e anche Amiri, di cui OTB possiede il 20%, macina buoni guadagni. E con una quotazione in borsa che si avvicina sempre di più, Renzo Rosso sogna un’acquisizione che possa cementificare ancora di più la sua importanza nel mercato del lusso guardando (al momento senza toccare) brand come Jacquemus, Rick Owens e Casablanca – almeno così ha detto l’imprenditore a BoF. Le vendite del gruppo nell’anno passato sono salite a 1,5 miliardi di euro, poco rispetto ai “cugini italiani” Prada e Armani e ancora meno rispetto ai due behemot francesi LVMH e Kering – ma è indubbio che il portafoglio di brand del gruppo sia praticamente senza eguali in Europa per prestigio dei brand di culto al suo interno.
Proprio l’idea di “brand di culto” è stata il carburante del successo di OTB Group, insieme all’ambizione di Rosso stesso che ha investito in John Galliano per Maison Margiela in un momento in cui il primo era ancora un pariah e il secondo un brand rinomato ma poco redditizio; in Francesco Risso quando Marni era ancora una hit di ultra-nicchia che non sembrava preparata a esplodere globalmente; in Jil Sander quando i passaggi di mano a cui il brand era stato sottoposto ne avevano indebolito la performance. Ma soprattutto, ora che Remo Ruffini di Moncler ha dichiarato di non essere interessato a nuove acquisizioni, ora che Diego Della Valle ha detto che è troppo tardi per un gruppo del lusso italiano, e ora che i grandi brand indipendenti italiani continuano a operare come tanti ducati e signorie che coesistono senza davvero collaborare, è Renzo Rosso l’imprenditore italiano che sta costruendo qualcosa di simile ai grandi gruppi d’Oltralpe, pur concentrandosi meno sui giganti commerciali e più sui nomi dotati di un following fedele e un approccio alternativo.
«Non posso competere con i gruppi francesi sul piano finanziario, ma posso fare qualcosa di alternativo, di speciale», ha detto Rosso a BoF. Va aggiunto, tra le altre cose, che l’infrastruttura manifatturiera del gruppo, Staff International, non produce solo i prodotti per i brand in portafoglio (dal lusso democratico del nuovo Diesel a quello iper-esclusivo di Jil Sander) ma anche per brand esterni a esso – moltiplicando le sue revenue. In termini di revenue, poi, l’operazione più delicata al momento è il riposizionamento di Diesel che, dopo l’arrivo di Glenn Martens e il debutto alla Milan Fashion Week l’hype intorno al brand sta tornando, con alcuni retailer di lusso che rispondono positivamente al suo revamp – anche se la sua collocazione nel firmamento della moda di lusso italiano deve essere completata: «In alcuni centri commerciali non abbiamo ancora i vicini giusti», ha detto Rosso. «E per avere i vicini giusti ci serve il posizionamento giusto».