Thom Browne vuole cancellare il trademark delle strisce di adidas
Un caso che potrebbe riscrivere la storia dello sportswear
11 Maggio 2022
Lo scorso luglio, avevamo parlato della battaglia legale nata tra Thom Browne e adidas per l’uso di un logo a strisce (quattro quelle di Browne, tre quelle di adidas) che, secondo il gigante dello sportswear tedesco, avrebbe causato confusione nei consumatori. Analizzando la questione erano emerse varie complicazioni: da un lato Browne affermava di avere concordato l’uso del logo con adidas, senza parlare dell’enorme distinzione tra i posizionamenti dei due brand; dall’altro però nel caso dei capi sportswear del brand la confusione sembrava più plausibile. Oggi quello stesso processo è stato ribaltato dalla controffensiva di Browne che non solo vuole dimostrare di non aver plagiato adidas ma vuole anche richiedere che la registrazione del Three-Stripes Logo di adidas venga cancellata.
Il brand newyorchese sostiene infatti che i diritti di adidas sul motivo delle 3 strisce non sussistano, in quanto il loro uso «non è stato esclusivo» e «numerosi terzi utilizzano le strisce, in molteplici varianti e iterazioni, su abbigliamento e calzature». Come nota The Fashion Law, però, nella stessa richiesta di Browne adidas viene da un lato accusata di non avere vigilato sul mercato e dall’altro di essere eccessivamente zelante nel proteggere i suoi diritti. La prima contraddizione di un caso che si annuncia essere molto complesso e che potrebbe scuotere il mondo dello sportswear dalle fondamenta. L’argomentazione di Thom Browne si appoggia sul fatto che il logo delle tre strisce, definito "Three-Quadrilaterals Design" di adidas è «meramente ornamentale e/o esteticamente funzionale» e non costituisce un «indizio di provenienza» e dunque l'Ufficio Brevetti statunitense (noto con la sigla di USPTO) non avrebbe mai dovuto registrare il marchio nel 2016.
Secondo gli avvocati di Browne le fotografie dei prodotti fornite da adidas all'USPTO all’epoca mostrerebbero le tre strisce sempre insieme al lettering del brand (ovvero il nome "adidas") e/o al suo Badge of Sport che sarebbe il logo triangolare del brand mentre le tre strisce non appaiono sempre. Di conseguenza, «il marchio non può essere percepito dal pubblico dei consumatori come un'identificazione della fonte dei prodotti». L’argomentazione sembra essere un callback alla sentenza del Tribunale dell’Unione Europea nel 2019 che aveva annullato la registrazione del marchio a tre strisce di adidas le quali «costituiscono un marchio figurativo ordinario e non hanno un carattere distintivo». La controversia era sorta nel 2014 quando l’azienda belga Shoe Branding Europe non era riuscita a registrare un marchio con due strisce perché troppo simile a quello di adidas – praticamente una causa identica a quella intentata da Browne.