Gucci supporterà il diritto all’aborto dei suoi dipendenti negli USA
Il brand rimborserà le spese di viaggio dei dipendenti che dovranno recarsi fuori dal proprio stato
10 Maggio 2022
Mentre negli USA si è tornati a parlare di diritto all’aborto, con la Corte Suprema che potrebbe controvertire gli effetti della sentenza Roe vs. Wade, che dal 1973 regola l’accesso ai servizi di interruzione della gravidanza, Gucci ha deciso di schierarsi a favore dei diritti delle donne attraverso l’iniziativa Chime for Change. Ecco lo statement del brand:
«Quando Gucci ha fondato la campagna globale Chime for Change nel 2013, l'azienda si è impegnata a usare la sua voce e le sue risorse nella lotta globale per la parità di genere. Ora che stiamo affrontando un momento critico nella storia degli Stati Uniti, Gucci rimane ferma nella sua convinzione che l'accesso all'assistenza sanitaria riproduttiva sia un diritto umano fondamentale. L'azienda ora fornirà il rimborso del viaggio a qualsiasi dipendente americano che abbia bisogno di accedere all'assistenza sanitaria non disponibile nel proprio stato. Attraverso la campagna Chime for Change, Gucci continuerà inoltre a sostenere le organizzazioni partner che consentono l'accesso alla salute riproduttiva e proteggono i diritti umani, soprattutto per i più vulnerabili».
E se Chime for Change ha già raccolto nei suoi quasi dieci anni di vita un numero impressionante di risultati, tra cui 19 milioni di dollari raccolti per sostenere 460 progetti in 89 paesi diversi, Gucci si era già schierata a favore dei diritti riproduttivi delle donne durante lo show Cruise 2020, durante il quale Alessandro Michele mandò in passerella item che recavano la scritta My Body My Choice, i cui proventi vennero devoluti a Planned Parenthood, ma anche la data 22.5.78 che si riferiva al giorno in cui l’aborto divenne legale in Italia e ricami che rappresentavano un utero.