Corpo su corpo: il fascino del naked dress
L'illusione ottica preferita della moda
05 Maggio 2022
Un abito che veste un corpo con la stampa di un corpo nudo porta in sé una contraddizione di fondo, eppure è questa l’illusione ottica preferita della moda nella scorsa stagione. Y/Project, Liza Keane, Sinead O'Dwyer, Tom Ford e Loewe hanno trasposto l’erotismo tramite capezzoli serigrafati e curve realizzate digitalmente, lasciando i modelli vestiti di tutto punto e trovando l’escamotage perfetto per sfuggire alla furia degli algoritmi censorei di qualsiasi social network. Una stampa, quella naked, che la moda ha riproposto negli anni per motivi diversi e che rappresenta uno degli esempi più riusciti del trompe d’oeil, la tecnica artistica che nasce con lo scopo di creare un gioco visuale sfruttando cambi di prospettiva. Maison Martin Margiela, Jean Paul Gaultier, Comme des Garçons, Gucci, Fendi e Moschino, primo tra tutti Schiaparelli con il suo crossover artistico con Salvador Dalì e Max Hearst e Vivienne Westwood con la sua versione punk di t-shirt con seni scoperti, gran parte dei brand hanno scherzato con trucchi trompe d'oeil, prendendo una strada più giocosa rispetto alla moda canonica: finti abiti drappeggiati e dita dei piedi che abbelliscono umoristicamente scarpe da sera, ma anche la più recente ‘borsa piccione’ di JW Anderson.
Per tracciare l'ascesa dell’abito nudo, bisogna tornare indietro nel tempo, agli anni '90, quando lo stilista Jean-Paul Gaultier ha portato il trompe l'oeil alla ribalta con l’avanguardistica intuizione di rendere la stampa naked il fulcro della la sua collezione SS96, intitolata Cyberbaba. Abiti e blazer sovrastampati, davanti e dietro, con nudi a grandezza naturale, capi che sfidavano il confine tra vestito e svestito, offrendo un simulacro di nudità socialmente accettabile e che hanno influenzato tutta la moda a seguire. Da Richie Shazam, che ha chiuso lo spettacolo AW22 di Puppets & Puppets in un cappotto di lana pesante con due seni di Yves Klein dipinti, a Loewe, in cui caftani in jersey scolpivano il corpo delle modelle con due palloncini come copricapezzolo, passando per l’AW 22 di Glenn Martens per Y/Project, in cui le forme femminili assumevano nuances psichedeliche.
Come per Gaultier linee e stampe erano in grado di trasformare la percezione di un corpo tramite la prospettiva, per la designer londinese Sinead Gorey il trompe l'oeil è l'alleato ideale per creare abiti da festa tecnici progettati per "la serata perfetta". Come suggerisce il nome, i capi Sinead SS22 Curve-Enhancing sono stampati e progettati digitalmente per gonfiarsi intorno alla parte superiore del seno e restringersi all'altezza della vita, giocando con il canone estetico del corpo femminile ideale. Mentre Gaultier ha concepito i suoi capi per migliorare le proporzioni durante il decennio dei corpi magri e delle modelle anoressiche appena pre-Y2K, Sinead progetta per - o forse contro - l'era della BBL, leggendo i canoni in modo reazionario, riprendendo le proporzioni dell’era della chirurgia, di FaceTune e della dismorfia e portandoli all’estremo. La designer Liza Keane ha invece esplorato l'idea dell’abito come armatura tramite un approccio quasi scultoreo, in cui i volumi ricalcano il corpo e lo rivelano nonostante il tessuto. Dal Freudian Slip o il miniabito Negative - indossato da FKA agli NME Awards - i capi fungono da "seconda pelle” in grado di liberare chi li indossa delle inibizioni tramite una sensibilità erotica primordiale, mantenendo allo stesso tempo un senso di elusività e privacy.
Nato in un momento culturale florido e creativo, il trend elude il revival della sexiness in pieno stile Y2K tramite un approccio dada, giocando e decostruendo il concetto stesso di nudità, mettendo in discussione chi è il soggetto dello sguardo e chi ne è l'oggetto. Dopo un ventennio in cui i designer hanno fatto fatica ad approcciarsi al corpo femminile, spesso nascondendolo con shape oversize e vestendolo con capi maschili, forse per nascondere la propria incapacità di formulare un nuova simbologia estetica di potere che non avesse bisogno di attingere al mondo maschile, le riviste hanno celebrato il riemergere del corpo nudo come se la pelle scoperta fosse un nuovo pattern di tendenza e senza tuttavia stupire nessuno, irretire nessuno. Le scollature profonde e gli orli corti possono ancora essere sensuali o la sessualizzazione dei media ne ha appiattito la carica erotica? Un corpo nudo stampato sortisce lo stesso effetto di uno vero? E come dovrebbe essere questo corpo, ancora forse ancorato a rigide proporzioni? Il naked dress pone l’attenzione su cosa è opportuno indossare, nascondere o mostrare, e sebbene non ci sia una risposta univoca vale almeno la pena di cercarne una generazionale, che è, tuttavia, forse ancora in costruzione.