L'anno in cui la moda ha ricominciato a leggere
Questa primavera un libro sotto braccio è il miglior accessorio
23 Aprile 2022
Quattro giorni fa, il The New York Times ha pubblicato un’interessante indagine su un misterioso “book stylist” – un professionista dall’identità imprecisata il cui lavoro consisterebbe nel selezionare, per conto di celebrità e influencer, dei libri da leggere e con cui farsi vedere in giro. Pensate al successo che ebbe Grimes quando si fece fotografare leggendo Il Capitale di Marx, alle volte in cui Gigi e Bella Hadid giravano per Milano con in mano volumi di Camus e Stephen King, ai libri onnipresenti nell’account Instagram di Alessandro Michele, Florence Welch, Emily Ratajkoskij, Emma Roberts, Oprah, Sarah Jessica Parker – la lista potrebbe andare avanti. La proprietaria di The Last Bookstore, una delle librerie più grandi e note di Los Angeles, che ha molti contatti nel mondo delle celebrity grazie al suo precedente lavoro di nail artist, svolge adesso il ruolo di selezionatrice di libri per clienti privati (secondo il The New York Times dieci di questi sono delle grandi celebrity), curando non solo i contenuti ma anche i colori e l’estetica e dunque considerando il libro, oltre che dal punto di vista intellettuale, anche un oggetto, un accessorio.
L’apparizione del mestiere del “book stylist”, comunque, è un po’ un segno dei tempi, che si riflette anche nel mondo della moda che, da qualche mese a questa parte, ha iniziato a flirtare con il mondo della letteratura. Lo scorso dicembre, Kim Jones usò la gigantografia di un manoscritto di Jack Kerouac come passerella per mostrare la collezione Pre-Fall 2022 di Dior Homme, ispirata alle opere dello scrittore americano mentre Maria Grazia Chiuri ha avviato il pocast Dior Talks di cui i libri sono un frequente soggetto; Bottega Veneta e Valentino hanno incluso nella propria brand family il poeta e musicista Mustafa Ahmed, Chanel ha invece lanciato l’anno scorso i Rendez-vous littéraires rue Cambon con Charlotte Casiraghi come host, nelle show notes della FW21 di Loewe era stato incluso un estratto di Danielle Steel mentre da Etro i libri non erano solo parte integrante degli inviti ma gli stessi modelli hanno girato per la passerella dello show FW22 portandosi in mano un libro Adelphi. Sempre una selezione curatissima di libri è onnipresente nelle boutique di Celine, mentre il rapporto che lega Alessandro Michele alla letteratura è arcinoto: oltre ad avere usato libri d’epoca come invito per la collezione Cruise 2020, il direttore creativo di Gucci frequenta con insistenza il mondo dei libri, postandone copie sul proprio feed di Instagram, cita filosofi e li include nei suoi show come accadde a Paul B. Preciado per lo show Ouverture of Something That Never Ended.
Per farla breve, il libro come oggetto e la letteratura come corpus artistico stanno acquisendo una rilevanza nella moda che, in passato, non esisteva. Il motivo è da ricercare nel desiderio dei brand di aderire al loro nuovo ruolo di produttori di cultura, al prestigio che da sempre circonda l’istruzione e la cultura, alla crescente importanza che il movimento della moda d’archivio ha affidato ai trattati accademici sulla moda ma anche, e questo per le celebrity, di sfoggiare cultura e impegno, informarsi sulle issue sociali come la gender equality e l’ambientalismo che ormai fanno parte di qualunque intervista, non a caso molti dei libri letti dalle celebrity su Instagram riguardano più la saggistica che i romanzi. Passando dalla moda in senso stretto al mondo dei social, pagine moodboard come @organiclab.zip o @archivepdf postano contenuti recuperati da vecchi cataloghi dei brand di loro interesse, estratti da libri e interviste seguendo un metodo filologico ha molto da spartire con la sfera letteraria: sempre di pubblicazioni, in fondo, si parla e di diffusione e riproduzione di artefatti culturali.
Se per anni la moda e il mondo dei designer sono stati sinonimo di cultura, hanno scritto e letto libri e si sono circondati di poeti e autori, le aspirazioni culturali della moda stanno prendendo forma compiuta solo adesso – in un momento in cui ai canali dei digital media si aggiunge l’esigenza da parte dei brand di accrescere il proprio valore al di là dei vestiti e dunque non solo costruendo un’identità visiva, ma anche ammantandosi di tutti i possibili significanti del prestigio – libri inclusi.