Perché gli oligarchi russi stanno investendo nei gioielli di lusso
Un investimento sicuro per rispondere alle sanzioni finanziarie
03 Marzo 2022
Il rigido pacchetto di sanzioni finanziarie approvato dalla NATO, che comprende il blocco del circuito Swift e provvedimenti diretti ad alcune banche russe, tra cui le due più grandi del paese (Sberbank e VTB), mira a limitare il potere individuale di politici e oligarchi russi, con lo scopo di contenere le possibilità di autofinanziamento del governo Putin. Ma, in risposta, i magnati hanno trovato un ottimo modo per tutelare il proprio denaro investendo in beni molto più redditizi dell’oro. Secondo BOF, negli ultimi giorni in Russia le vendite nei negozi di gioielleria di lusso sono aumentate esponenzialmente, dopo che la risposta internazionale all'invasione dell'Ucraina ha fortemente limitato il movimento di denaro contante. Proprio come l'oro, che può fungere da riserva di valore e da copertura contro l'inflazione, orologi e gioielli possono mantenere o addirittura aumentare il proprio prezzo nonostante le turbolenze economiche, passando di mano in mano sul mercato secondario a tre o quattro volte il loro prezzo originario.
«Nel breve termine ha probabilmente potenziato il business», ha detto Jean-Christophe Babin, amministratore delegato del marchio Bulgari, riferendosi alle sanzioni in un'intervista a Bloomberg, descrivendo i gioielli come un "investimento sicuro". Ma l'impatto dell'aumento degli acquisti di articoli di lusso da parte degli oligarchi sta creando un potenziale problema di pubbliche relazioni: mentre i marchi come Apple a Nike, insieme alle principali aziende di logistica come DHL si ritirano dalla Russia, oltre ai brand di fascia alta come Balenciaga e Gucci che stanno donando ad associazioni umanitarie, i più grandi brand di lusso europei continuano a operare nel paese e a tentare di mantenersi neutrali ad ogni costo. Bulgari, di proprietà di LVMH, Cartier di Richemont, Omega di Swatch Group e Rolex: tutti continuano a vendere, cercando di assumere una posizione apolitica.
La scelta di bloccare le vendite tutto sommato non comporterebbe neanche una perdita irrecuperabile, visto che in Russia e ai russi all'estero rappresentano meno del 2% delle entrate complessive per LVMH e meno del 3% di Richemont. In parte a causa della disparità di reddito, con un piccolo numero di oligarchi miliardari che vivono ben al di là dei mezzi della gente comune e un salario medio mensile che si aggira, a Mosca, intorno ai 113.000 rubli, molto più basso nelle regioni rurali. Nonostante tutto Bulgari prevede di mantenere aperti i suoi negozi e di andare avanti con lo sviluppo di un nuovo hotel nella capitale, sebbene il conflitto possa rendere difficile rifornire il Paese in seguito alla chiusura dello spazio aereo. Inoltre «Se il rublo perde la metà del suo valore, i nostri costi rimangono costi in euro, non possiamo perdere denaro su ciò che vendiamo, quindi dovremo adattare i prezzi», ha affermato Babin, dichiarando anche: «Siamo lì per il popolo russo e non per il mondo politico».