Vedi tutti

Anche Alessandro Michele ha visto "House of Gucci"

Il direttore creativo del brand ha detto la sua sul film di Ridley Scott

Anche Alessandro Michele ha visto House of Gucci Il direttore creativo del brand ha detto la sua sul film di Ridley Scott

Sebbene il film House of Gucci di Ridley Scott abbia lasciato critica e spettatori piuttosto perplessi, è comunque stata oggetto di polemica la mancata candidatura agli Oscar di Lady Gaga nei panni di Patrizia Reggiani, che si è dovuta accontentare di una nomination ai Golden Globe. Quando, in occasione della presentazione della collezione Love Parade sull'Hollywood Boulevard a novembre, fu chiesto ad Alessandro Michele cosa ne pensasse del film, il creative director di Gucci aveva dichiarato di non averlo ancora visto e di non essere del tutto certo che l'avrebbe fatto. Ma, durante un'intervista riportata da WWD, prima della sfilata dell'autunno 2022 alla settimana della moda di Milano dove ha debuttato la collaborazione con adidas, Michele si è sorprendentemente espresso in merito.

«Sono entrato nell'azienda quando avevo 30 anni, e ora ne ho quasi 50, ho incontrato molte persone che lavoravano con la famiglia, ed erano così sofisticate, persone bellissime, artisti e collezionisti.» Per poi contestare la resa buffonesca di alcuni personaggi di talento nella vita vera, ridotte a macchiette nella versione di Scott: «Quanto fosse bello Paolo [Gucci], quanto fosse creativo e quanto parlasse bene... questa è la realtà», uno stilista a pieno titolo con un'etichetta a  suo nome, rappresentato da Jared Leto come un uomo, tutto sommato, dall'intelligenza scarsa. «Parlavano bene l'inglese, tutti gli uomini sembravano così belli ed eleganti, uno era una grande star del cinema in Italia», ha detto, riferendosi al patriarca Rodolfo Gucci, famoso attore cinematografico ritratto da Jeremy Irons nel film come un decadente, superbo e solitario magnate. Naturalmente, Michele, che voleva essere un costumista prima di diventare uno stilista e che ben conosce i meccanismi di Hollywood sa bene che «un film è sempre qualcosa che ha un punto di vista, ma mi è piaciuto che sia chiaro che Gucci è potente, è qualcosa che non appartiene alla moda ma all'immaginazione del mondo. La prova che Gucci è pop».

Le parole di Michele arrivano dopo quelle della stessa famiglia Gucci che, a ridosso dell'uscita del film nelle sale, aveva espresso il proprio disappunto sull'opera di Ridley Scott, sottolineando come la produzione non avesse mai interpellato alcun membro della famiglia, giudicando ancora più grave il modo in cui la storia e i membri del cast hanno descritto «una donna definitivamente condannata per essere stata la mandante dell'omicidio di Maurizio Gucci» come una vittima in riferimento al personaggio di Patrizia Reggiani.