Moncler ha registrato vendite per 2 miliardi di euro nel 2021
La strategia di Remo Ruffini dà i suoi frutti
27 Febbraio 2022
Moncler ha registrato revenue oltre i 2 miliardi di euro per l’anno 2021, superando del 44% le revenue del 2020 che si erano invece attestate intorno al 1,4 miliardi di euro. Soltanto nell’ultimo trimestre del 2021, il brand ha totalizzato vendite per 868,9 milioni di euro. Tutti numeri che sono frutto dell’imponente strategia di espansione del brand, che quest’anno ha moltiplicato le proprie collaborazioni con brand del progetto Genius e con personalità internazionali come Alicia Keys, ma ha anche spinto l’acceleratore sulla sostenibilità, sul digitale, sul community building. Secondo Remo Ruffini, che ha commentato i dati in una video-conferenza con i principali analisti, «Dobbiamo continuare ad alimentare ed espandere le nostre comunità, per integrare la sostenibilità in ogni decisione aziendale e garantire che il digitale sia sempre più il motore del cambiamento e dell'evoluzione».
Durante quella stessa video-conferenza, è stato anche toccato l’argomento dell’attacco militare russo nei confronti dell’Ucraina: Roberto Eggs, chief business strategy e global market officer, insieme a Luciano Santel, chief corporate and supply officer, si sono detti fiduciosi che la loro supply chain in Romania (dove il brand ha una fabbrica che è correntemente in fase di espansione) non dovrebbe patire molte conseguenze, anche se c’è grande preoccupazione per il team del brand che si trova in Ucraina con cui ci sono stretti e frequenti contatti. Sempre durante questo momento è stato menzionato che Russia e Ucraina costituiscono il 2% delle vendite del brand. Nonostante questo difficile momento storico, comunque, Ruffini ha ottimismo per il futuro e si prepara a celebrare il doppio anniversario di Moncler e Stone Island che quest’anno celebreranno rispettivamente 70 e 40 anni di esistenza.
Riguardo Stone Island, l’azienda ha registrato un aumento del 35% dei profitti, la maggior parte dei quali sono relativi all’area EMEA ma, secondo Ruffini, c’è ancora lavoro da fare per espandere il brand sul piano globale:
«C'è molto da fare con Stone Island, vogliamo trasformarlo in un marchio direct-to-consumer e abbiamo bisogno di tempo per riprogettarne l'organizzazione. Sono fiducioso di poter raggiungere direttamente al cliente nel medio periodo e dobbiamo concentrarci sulla costruzione di una famiglia forte. Non stiamo pianificando acquisizioni, ma se succede qualcosa come con Stone Island staremo a vedere».