Il prossimo direttore artistico di Louis Vuitton potrebbe non essere un fashion designer
L'ha detto il CEO del brand, Michael Burke
20 Gennaio 2022
A poche ore dal doppio show di Louis Vuitton alla Paris Fashion Week, il mondo della moda continua a farsi la domanda che lo accompagna dallo scorso novembre, dalla prematura di Virgil Abloh che ha lasciato il brand orfano del suo direttore artistico. Chi sarà il suo erede? La domanda che per molto tempo nessuno ha osato fare in un doveroso segno di rispetto verso la memoria del designer ma che adesso, all'alba della seconda collezione postuma, inizia ad acquisire sempre più risonanza. Sarà anche per questo che nelle ultime ore su internet sembra essere esploso il toto-nome in un gioco in cui vale tutto, con una manciata di candidati data, senza alcun motivo apparente, per favorita rispetto agli altri. Sarà Jonathan Anderson? O forse Samuel Ross? Ma non ci dimentichiamo di Chitose Abe e Grace Wales Bonner si legge un po' ovunque, mentre alcune testate hanno deciso di dedicare interi articoli alla questione riducendo l'argomento a un semplice tifo da stadio in cui la scelta più logica non è la migliore, ma semplicemente quella per cui facciamo il tifo. Un giro di papabili messo però parzialmente a tacere da Michael Burke, CEO di Louis Vuitton intervenuto recentemente sul tema.
In una lunga intervista pubblicata su WWD, Burke ha affrontato il tema del post-Abloh dichiarando che il brand non ha alcuna fretta di incoronare un nuovo direttore artistico. "Non è una casa che si appoggia su un singolo individuo" ha dichiarato "Louis Vuitton è troppo grande per ogni singolo individuo". Ma al di là della portata del brand, l'aspetto più significativo dell'intervista di Burke è quello relativo al profilo del prossimo direttore creativo di LV, non necessariamente un fashion designer come dichiarato dal CEO nell'ottica della diversificazione messa in atto dal brand, attivo tanto nel gaming quanto nell'entertainment. "Non sarebbe la cosa più ovvia, ma non è impossibile" ha aggiunto Burke, lasciando le porte aperte per quella che potrebbe essere una naturale evoluzione dell'eredità di Abloh. Nonostante il suo background e la sua esperienza una volta arrivato alla corte di Vuitton, in quel momento il founder di Off-White™ rappresenteva un importante punto di rottura con il passato in una moda che stava cominciando a guardare con sospetto e interesse il mondo streetwear.
Se tornassimo indietro molto probabilmente troveremmo decine, se non centinaia, di commenti sdegnati per la nomina di quello che, all'epoca, seembrava essere per alcuni solamente un designer capace di creare hoodie e sweatpants. A distanza di anni però, la nomina di Virgil Abloh sembra la scelta più naturale, sicuramente una pietra miliare della fashion industry e un esempio per quello che verrà dopo. Per questo, per quanto le dichiarazioni di Michael Burke possano suonare assurde e per certi versi anche solo provocative, potrebbero rappresentare un serio indizio per individuare il prossimo direttore artistico del brand che più di tutti ha saputo cambiare la nostra idea di "scelta". Per questo, mentre fuori impazza la caccia al nome, in cuor nostro speriamo che Burke e LVMH si possano prendere tutto il tempo necessario per non vanificare l'eredità di Virgil Abloh.