Gli errori temporali di “House of Gucci”
Da giornali che non dovrebbero esistere alla scomparsa di Dawn Mello
21 Dicembre 2021
House of Gucci è la perfetta rappresentazione di hot mess cinematografico: un melò/soap opera dove un gruppo di americani interpretano una famiglia di italiani coinvolti in quella che fu forse la più grande epopea mediatica del nostro gossip nazionale per l’intero corso degli anni ’80 e ’90. È naturale che, nello scrivere il film, molti passaggi siano stati semplificati e distorti, creando errori temporali grandi e piccoli – alcuni dei quali sono diventati quasi virali sui media italiani. Uno di quelli di maggior successo, portato alla luce da Giuliano Ferrara, riguarda Il Foglio, giornale da lui fondato nel 1996, e dunque un anno dopo la morte di Maurizio Gucci, che però nel film Maurizio Gucci sta tranquillamente leggendo nel 1994. «Non si può avere di più dalla vita», ha commentato Ferrara su Twitter.
Giuseppe Fantasia mi manda gentilmente Adam Driver che legge il Foglio. Non si può avere di più dalla vita #drivergaga pic.twitter.com/d9U8bs2PGl
— giuliano ferrara (@ferrarailgrasso) November 14, 2021
Al di là delle piccole sfumature sulla relazione tra Maurizio e Patrizia, poi, che riguardano anche le modalità del loro incontro e le loro dinamiche personali alle porte del divorzio, il più grave errore fatto dal film è quello di obliterare la figura di Dawn Mello, direttrice creativa del brand dal 1989 fino al 1994 che fu poi la vera responsabile dello scouting di Tom Ford, che nel ’95 la sostituì ottenendo un enorme successo di pubblico. Altri errori disseminati nel corso del film, oltre alla vicenda di Paolo Gucci, grandemente deformata, sono anche il background di Patrizia Reggiani, che non era affatto povera ma veniva da una famiglia di imprenditori benestanti.
Al di là delle semplificazioni necessarie in ogni film blockbuster come House of Gucci (dopo tutto, Ridley Scott è lo stesso regista che ha fatto apparire la cupola di San Pietro nello skyline di Roma antica ne Il Gladiatore) i tanti dibattiti che hanno riguardato il film, incluso quello sull’errore temporale de Il Foglio, avrebbero potuto essere facilmente evitati se almeno una parte della produzione del film fosse stata seguita dall’Italia – non dimentichiamo che, inesattezze a parte, la cosa più fastidiosa dell’intero film è sentire Aldo Gucci salutare con un “Buonasera” in pieno giorno.