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Il destino di Virgil era già scritto nel suo nome

Walter D'Aprile, il CEO di nss presta omaggio a Virgil Abloh

Il destino di Virgil era già scritto nel suo nome Walter D'Aprile, il CEO di nss presta omaggio a Virgil Abloh

Virgil Abloh è stato una fonte di ispirazione e un pioniere, tutta la redazione e tutto il team di nss magazine si stringe nelle condoglianze alla famiglia e ai collaboratori. 

Le nostre vite si basano su due variabili, lo spazio e il tempo. La differenza sostanziale tra queste due sta nel fatto che il tempo che noi passiamo su questa terra è finito, misurabile, mentre lo spazio che occupiamo può essere infinito. Poi, come in tutte le cose, ci sono delle eccezioni che ci dimostrano l'unicità della vita, ci sono anime che attraverso la loro arte, il loro genio, riescono ad occupare uno spazio che trascende il tempo e diventa infinito. Queste persone sono stelle, sono il sole attorno al quale ruotano le passioni, le paure e le gioie di intere generazioni. Virgil Abloh è stato, ed è ancora, una stella, un riferimento, una luce che ha tracciato la direzione del cambiamento attraverso la cultura, in termini di conoscenza e dedizione, approfondimento e sacrificio verso ciò che amiamo. La vita non è sempre un campo fertile dove ogni giorno possiamo seminare ciò che amiamo e sperare di farlo nascere, questo è uno dei suoi più grandi insegnamenti. Ma quanto è difficile coltivare la propria passione e trasformarla in qualcosa di concreto? Quanto è difficile trasformare ciò che amiamo in un lavoro che la maggior parte delle persone fa fatica a capire?

 

Ricordo la versione più giovane di me, il mio arrivo nella "fredda" Milano, la scomparsa della mia macchina fotografica - ancora in leasing - il primo studio a Napoli senza elettricità e poi vedo il regno delle possibilità di cui Virgil era il maestro. Virgil come il Virgilio che guida Dante, il padre spirituale, una guida per quelli di noi che ogni giorno lottano con i mostri nell'inferno del nostro ego. Conviviamo con i nostri errori e le nostre debolezze, alla ricerca di un paradiso terrestre dove la bellezza è semplicemente fare ciò che amiamo. Il destino di Virgilio era già scritto nel suo nome, non poteva avere un ruolo diverso, la sua vita era come i canti dell'inferno e noi siamo come Dante, pronti a seguire i suoi gesti e la sua arte per entrare nell'inferno delle nostre paure e raggiungere il paradiso delle nostre realizzazioni. Ci ha insegnato a "non ragionar di loro", a non essere indolenti, a schierarci, a rispettare le nostre idee e a metterle in pratica rompendo le barriere dell'ignoranza. La piramide della moda, il lusso che guardava allo streetwear con diffidenza come le porte dell'Inferno dove Virgilio era la nostra sola speranza di cambiamento.

 

Dante ha paura di entrare nelle porte dell'Inferno, i più giovani temono di condividere i loro sogni ed i loro progetti, ma Virgil ci ha dimostrato che si può fare, che rischiare di spingerci oltre vale abbastanza da sfidare la paura. Saliamo ogni giorno sulla barca della vita accompagnati da Virgil e ci sentiamo più sicuri, tanto è che anche le ingiurie di Caronte ci sembrano futili. Siamo concentrati sul viaggio, non abbiamo paura di imparare e di sbagliare. Abbiamo scelto chi vogliamo essere e siamo pronti ad occupare il nostro spazio sulla terra per un tempo infinito, come ha fatto Virgil. La cultura rende le persone immortali perché le parole di un vero maestro rimbombano silenziose fino alle Colonne di Ercole, diventando la colonna sonora di una vita dove “fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”.

Grazie.