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Coach è stato accusato di distruggere borse invendute per ottenere esenzioni fiscali

Il caso è scoppiato in America con un video diventato virale su TikTok

Coach è stato accusato di distruggere borse invendute per ottenere esenzioni fiscali Il caso è scoppiato in America con un video diventato virale su TikTok
@thetrashwalker
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Fare a pezzi prodotti invenduti per dichiararli come merce danneggiata e risparmiare sulle tasse. Questa è l’accusa che l’influencer/attivista Anna Sacks ha mosso a Coach dopo aver acquistato borse fatte a pezzi recuperate in una discarica in Texas lo scorso 31 agosto da un’altra attivista di nome Tiffany She'ree. Entrambe le attiviste si occupano di scavare letteralmente nella spazzatura dei centri commerciali per recuperare prodotti invenduti, buttati via ancora chiusi nelle loro scatole e così denunciare gli eccessi e gli sprechi della società. Nel caso di Coach, che è stato portato all’attenzione generale da @diet_prada, la questione sarebbe ancora più grave in quanto secondo Sacks borse, scarpe e vari accessori di lusso sarebbero stati rovinati con profondi tagli dagli stessi dipendenti dello store al fine di ottenere un’esenzione fiscale. Anna Sacks ha scritto su Instagram:

«Penso che l'IRS debba indagare sulla pratica comune di distruggere deliberatamente l'inventario utilizzabile e poi segnalarlo come merce danneggiata per pagare meno tasse. Per me, questa è una forma di frode fiscale, simile a bruciare la propria casa e poi richiedere i danni all'assicurazione».

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L’incidente assume contorni ancora più paradossali considerando sia come Tapestry, il gruppo che possiede Coach insieme a Kate Spade e altri brand, sia stati nominato tra le aziende più sostenibili nella classifica annuale di Barron’s sia come Coach abbia di recente lanciato un programma di vendita del secondhand e offra ai suoi clienti un servizio di riparazione delle sue borse. Nei commenti sono stanti tantissimi gli utenti che hanno denunciato l’esistenza di questa policy presso moltissimi dei principali brand sia di lusso che di fast fashion – gettando una luce sulle motivazioni che stanno dietro il greenwashing che dunque non riguarderebbero solo il PR ma anche il lato fiscale della produzione.

Poco dopo la pubblicazione della notizia su @diet_prada, a cui è seguita una shitstorm sui social media del brand, Coach ha pubblicato su Instagram un lungo post di scuse in cui si legge: «Abbiamo smesso di distruggere prodotti danneggiati e invendibili riportati nelle nostre boutique e ci stiamo dedicando a ottimizzare il loro riutilizzo con Coach (Re)Loved e altri programmi circolari». Il che è stato letto da molti utenti come un’implicita ammissione di colpa – dopo la quale comunque il brand ha rinnovato il suo proposito di «ricondizionare, riciclare e riutilizzare prodotti in eccesso o danneggiati».