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Virgil Abloh ha raccontato su Instagram come nasce una collabo di Off-White™

Inclusi lo scanning 3D di un vero paio di sneaker di Michael Jordan e la riproduzione del suo autografo

Virgil Abloh ha raccontato su Instagram come nasce una collabo di Off-White™ Inclusi lo scanning 3D di un vero paio di sneaker di Michael Jordan e la riproduzione del suo autografo

«La cosa che voglio è fare in modo che i ragazzini di oggi che stanno spingendo le sneaker nella cultura pop riescano ad avere anche solo una parte di quell’emozione che avevo io quando ero alle medie ad aspettare i playoff e vedere che nuova colorway sarebbe uscita», così Virgil Abloh ha raccontato alla community di @scollard23 la sua emozione nel ricreare le Jordan 2 indossate da Michael Jordan nel 1987 per la nuova collaborazione di Off-White™. Due giorni fa, il designer ha infatti risposto ai commenti dell’intera comunità della pagina raccontando l’intero processo creativo e di design – un momento importante sia nel definire la nuova corrente autobiografica che sta attraversando il mondo della moda, con i designer che insistono sui retroscena personali che ispirano i loro design; sia per comprendere l’effettivo sforzo creativo e produttivo che si nasconde dietro una sneaker che, all’apparenza, è soltanto una replica fedele di un modello passato e dunque per comprendere la natura del lavoro di Abloh stesso – inclusi dettagli divertenti come ad esempio il fatto che lo stesso Abloh non ha idea di quando le sneaker usciranno effettivamente.

Il processo di produzione, che è illustrato anche sul sito public---domain.com con video e animazioni 3D, è partito dal fare una risonanza magnetica al paio di sneaker originali di Jordan custodite negli archivi Nike. Lo scanning non è servito tanto per la riproduzione della tomaia, le cui specifiche originali erano già state fornite da Nike, ma per riprodurre le spaccature nella suola fatte da Jordan stesso giocando con quelle sneaker e ottenere artificialmente un aspetto vintage. Anche l’autografo che decora la tomaia, è la riproduzione di un vero autografo che Jordan ha dovuto rifare quattro o cinque volte con penne e pennarelli diversi per ottenere il render finale e vuole mimare l’autenticità di un paio di scarpe d’epoca autografate a bordo campo. Altri dettagli rivelati da Abloh riguardano poi la scatola delle scarpe, che conterrà gli stessi guanti di cotone bianco che gli archivisti di Nike utilizzano nel maneggiare le sneaker storiche da loro custodite e persino l’ispirazione che si nasconde dietro la creazione della scarpa ossia l’importanza che Michael Jordan ha per gli abitanti e i nativi di Chicago come Abloh, che ha scritto in uno dei commenti: «Crescendo, ho capito che è un po’ difficile immaginare come per noi Michael Jordan fosse una star locale, il nostro campione di basket – non semplicemente Michael Jordan».

Al di là dei dettagli produttivi, però, questo bel momento di dialogo fra direttore creativo e pubblico, in cui Abloh ha anche difeso il suo lavoro da chi lo accusava di pigrizia creativa, ha portato a compimento il lavoro che il designer fa per spiegare se stesso e i suoi design alla community dei due brand che dirige. Non sono molti, infatti, i designer che condividono sul proprio sito le show notes delle sfilate, i render delle proprie sneaker e in generale i molti ragionamenti che stanno dietro a scelte creative poi inevitabilmente appiattite e banalizzate dalla comunicazione commerciale. Come giustamente @hftgroup fa notare, conoscere la storia e le ispirazioni dietro un certo prodotto ne accrescono il valore aggiunto – in questo caso si tratta sia del conoscere quanto sforzo produttivo sia stato effettivamente dedicato alla scarpa, sia le motivazioni che hanno spinto Abloh a replicarne fedelmente un paio. In un’industria della moda che in molti casi risulta ancora molto chiusa al pubblico generale (pensiamo a Celine o Bottega Veneta che pubblicano i look degli show mesi dopo averli mostrati a buyer e stampa senza nemmeno offrire show notes alla loro community) la decisione di rivelare i retroscena della produzione, fornendo a studenti e appassionati un’opportunità di educarsi a riguardo, rappresenta un’importante strategia di engaging del pubblico e dei consumatori che potrà fare la differenza sul piano del retail quando le sneaker usciranno.