Balenciaga, Demna e "I Simpson": l’ideologia dietro la collaborazione
Per una generazione - quella di Demna - I Simpson sono stati un riferimento culturale decisivo, oggi sono un meme
04 Ottobre 2021
Quando sullo schermo del Théâtre de Chatelet nel centro di Parigi è apparsa la classica veduta dall’alto di Springfield, l’impressione tra il pubblico è stata che, dopo lo straniante red carpet show, fosse arrivato il momento che Demna attendeva da mesi. Per dieci minuti a chiusura dello show è stato trasmesso un episodio originale de I Simpson in collaborazione con Balenciaga. L’episodio è brillante e ben riuscito, con gag che prendono in giro il sistema della moda, da Anna Wintour allo stesso Demna (che si è doppiato da solo), fino alla sfilata con molti dei personaggi più iconici dello show che indossano i capi più famosi creati da Demna per il brand.
Lo show di sabato sera si tratta chiaramente della cosa più rilevante successa nel ritorno delle fashion week fisiche dopo due anni di streaming forzato, l’operazione de I Simpson in questo senso è la classica ciliegina sulla torta preparata da Gvasalia che porta avanti due degli elementi fondanti della sua ideologia: il trolling al mondo della moda (anche se questa volta si tratta di una critica dolce quasi come quando ad una rimpatriata tra amici si ricordano difetti e momenti imbarazzanti), ma soprattutto la rielaborazione della cultura millennial occidentale di cui i Simpson sono (nel bene e nel male e in maniera molto “americana”) l’apoteosi.
Come ha raccontato a BoF, Demna ha un legame personale con I Simpson: ha guardato lo show da quando aveva 10 anni e suo marito Loïck Gomez (alias BFRND), ha un tatuaggio di Homer sul braccio. Figlio di madre russa e padre georgiano, Demna ha vissuto in prima persona la guerra civile in Georgia e il disfacimento dell’URSS (c’è anche una battuta nell’episodio: «È la cosa più triste che abbia mai visto, e sono cresciuto nell’Unione Sovietica»). Per tutti gli anni ‘90 e i primi 2000, gli show americani dell’era pre-Netflix hanno avuto un ruolo culturale molto rilevante per la generazione dei Millenial in Europa e est-europa lo stesso Demna ne aveva parlato in un’intervista di qualche anno fa:
«La mia generazione, classe '89, ha conosciuto il mondo non attraverso i muri, ma attraverso uno schermo».
I Simpson sono stati un prodotto culturale condiviso da ragazzo di Tbilisi e uno che viveva a Parigi, creando uno strato culturale comune per una generazione che ha vissuto e visto finire il libero mercato, la libertà di movimento e l’illusione di una cultura globalizzata. Lo show ha avuto tra l’altro il proprio momento di apice quando la moda ancora non era entrata nel mainstream culturale, e infatti i riferimenti all’interno dello show sono pochi: l’episodio in cui Marge rielabora l’unico vestito di Chanel che poteva permettersi per ingannare le signore del circolo del golf o quando la famiglia si trova davanti a Prada Marfa o ancora quando Lisa sviluppa un’ossessione per la moda anni 90.
Nonostante oggi I Simpson appaiano come un riferimento culturale ed estetico un po’ datati, lo show rappresenta ancora una generazione e un’ideologia che oggi è quasi completamente tramontata ma non è stata ancora del tutto elaborata dalla società. Il fatto che oggi persone cresciute in parti diverse del mondo e diventate un’élite culturale si ritrovino a guardare un episodio dei Simpson durante uno show di Balenciaga, ha un che di tenero e nostalgico. Ma soprattutto ha mostrato la visione di Demna, che ha voluto offrire un momento confort e unità ha una generazione che oggi si affaccia al potere ma che si ritrova in un momento storico e culturale completamente ribaltato rispetto a quando I Simpson era ancora considerato lo show più irriverente della TV.
I Simpson si trovano ancora in un momento di passaggio - troppo giovani per essere considerati cult, troppo vecchi per riuscire a rilanciarsi - relativamente inoffensivi ma tuttavia ancora rilevanti per i Millennial. Per questo Demna li ha usati per la sua grande operazione di mindfuck culturale portata con Vetements prima e Balenciaga adesso a suon di meme, prodotti e un’ideologia che sta assumendo forme sempre più culturalmente pervasive. La complessità di Balenciaga sta proprio nel nella sua capacità di restare plausibile sia facendo una collaborazione con I Simpson, sia facendo sfilare Kim Kardashian con la faccia coperta al Met Gala o sia giocando con le release digitali nel metaverso. Un’interpretazione del mondo immersiva e profonda che parla contemporaneamente e pubblici diversi e ribalta la prospettiva di osservazione: It’s a Balenciaga world, we just live in it.