Come Demna Gvasalia ha cambiato Balenciaga, ancora
Dallo streetwear all'Haute Couture fino al red carpet del Met Gala
17 Settembre 2021
Era luglio quando Balenciaga, in una mossa simile a quella fatta da Bottega Veneta, aveva deciso di cancellare tutti i suoi post dai profili social in quello che sarebbe diventato l'inizio di una nuova fase per il brand francese. Di lì a poco Demna Gvasalia avrebbe riportato Balenciaga nell'Haute Couture dopo 53 anni, dando il via a un lento ma inesorabile cambiamento che ha visto un suo parziale compimento nel Met Gala. Di quella sfilata si è detto già tutto, mettendo l'accento soprattutto sul modo in cui il designer georgiano abbia guardato al passato del brand per rilanciarlo nel futuro, per tagliare i ponti con un passato recente diventato fin troppo ingombrante e fatto di un'hypeculture che sembrava aver cancellato la vera eredità di Cristóbal Balenciaga.
Tra un logo di Bernie Sanders e una Triple S è innegabile il lavoro fatto negli ultimi anni da Gvasalia nel portare il brand verso una dimensione più giovane e streetwear, avvicinandolo a un pubblico che probabilmente non aveva nulla a che spartire con quello vicino Balenciaga negli anni di Nicolas Ghesquière e del suo successore Alexander Wang. Nel 2018 era stato il CEO Cedric Charbit a testimoniare questo cambio di rotta, parlando diun brand in netta crescita, il migliore tra quelli del gruppo Kering nel 2017, con un pubblico costituito al 60% da Millennial e in grandissima parte da uomini avvicinatisi al brand sull'onda dello streetwear e della sneaker culture, che proprio in quel periodo conosceva uno dei suoi maggiori picchi con la release di alcuni modelli passati alla storia come le Yeezy 700 Wave Runner e le Air Max 1/97 Sean Wotherspoon. Per scrollarsi di dosso l'etichetta di luxury streetwear, Gvasalia ha quindi deciso di tornare alle origini del brand senza però perdere la dimensione pop che da sempre ha contraddistinto il suo lavoro tanto da Balenciaga quanto da Vetements con il fratello Guram.
Se le campagne del brand possono ormai vantare la presenza fissa di Justin Bieber, il sodalizio stretto con Kanye West nel rollout di Donda è diventato un trampolino usato da Gvasalia per dare una nuova spinta a Balenciaga trasformando Kim Kardashian nella sua nuova musa. Dopo le finte nozze celebrate nell'ultimo listening party a Chicago, sul red carpet del Met Gala Kim è tornata ancora una volta a vestire Balenciaga diventando una delle protagoniste assolute dell'evento e dando al tema In America: A Lexicon of Fashion una lettura unica. "Cosa c'è di più americano di una t-shirt dalla testa ai piedi?" ha commentato Kim, ma soprattutto cosa c'è di più americano di rendere riconoscibile una celebrity completamente coperta? Soprattutto quando la celebrity in questione rappresenta per molti versi il volto dell'America più pop. Kardashian a parte, il Met ha segnato senza dubbio il ritorno in grande stile di Gvasalia che, coperto anche lui dalla testa ai piedi in quello che sembrava un cosplay di Kanye West, ha vestito anche Rihanna e Tracee Ellis Ross in Balenciaga Couture, oltre a Isabelle Huppert, Elliot Page e Michaela Coel. Una lista di celebrity che sicuramente segna un cambio di tendenza rispetto all'ultima edizione andata in scena, quella del 2019, in cui il brand francese si era classificato sotto nomi come Tommy Hilfiger, Christian Siriano e Prabal Gurung finendo per ricoprire il ruolo dell'escluso eccellente. Se due anni dopo Balenciaga si è ripreso il suo posto sul red carpet del Metropolitan Museum of Art il merito è di Gvasalia e del processo che ha saputo mettere in atto rinnegando parte di se stesso e del lavoro fatto in passato sul brand, mettendo da parte un'idea di moda di forme per abbracciarne una di concetto in cui l'astrattismo sembra aver preso il posto dei loghi e del lato più pop, rimasto solo come strumento di vendita, ma soprattutto aprendo le porte a un futuro diverso e rimettendo Cristóbal Balenciaga al centro dei suoi pensieri.