Cartier sarà il main sponsor della Mostra del Cinema di Venezia
Con un nuovo premio istituito per i registi
30 Agosto 2021
A partire da quest’anno, Cartier sarà il main sponsor della Biennale di Venezia per la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, contribuendo a sostenere la produzione cinematografica contemporanea. Tramite questa collaborazione, da quest’anno in poi la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e Cartier hanno istituito un nuovo premio dedicati ai registi, il Cartier Glory to the Filmmaker Award, che sarà assegnato ai maggiori innovatori culturali del mondo del cinema. Il primo regista a essere premiato sarà Ridley Scott, che quest'anno presenterà a Venezia The Last Duel e presenterà a novembre l'attesissimo House of Gucci. Anche se i dettagli finanziari dell'accordo non sono stati diffusi, come riporta il New York Times, accordi di questo genere possono generare milioni in termini di sponsorship. Secondo Roberto Cicutto, presidente della Biennale, la partnership con Cartier è molto positiva, in quanto possiede «la capacità di interpretare al meglio la collaborazione con un'istituzione culturale».
La partecipazione di Cartier alla kermesse veneziana segnala senza dubbio un nuovo passo nell'impegno del brand nel mondo della cultura e dell'arte: oltre al festival del cinema di Deauville, tra i suoi recenti sforzi c'è stata la prima mostra parigina dedicata all'opera Cherry Blossoms di Damien Hirst e la prossima installazione immersiva di Sarah Sze, sempre a Parigi, ma anche quella a Milano, Les Citoyens, istituita alla Triennale nel corso dell'estate. Proprio Cartier e la sua eponima Fondation avevano guadagnato visibilità e successo, nel 2020, curando una serie di eventi artistici digitali come lo show di gruppo Trees e la compilation di suoni naturali The Great Animal Orchestra. La cultura è da sempre il soft power nascosto di Cartier - una prerogativa che ora Tiffany & Co. ha messo sotto attacco, nel giro di pochi mesi, creando una campagna con Beyoncé, Jay-Z e un quadro di Basquiat; accogliendo come ambassador la giovane star del cinema indipendente Anya Taylor-Joy e riportando in auge le collezioni d'archivio di Jean Schlumberger.
In un mercato sempre più affollato da nuovi e vecchi brand oltre che da nuovi e vecchi designer, le grandi marche del lusso e, in questo caso, della gioielleria devono affermare la propria autorità e la propria rilevanza proprio tramite iniziative culturali di questo genere - e sono in fondo le uniche ad avere i network e le risorse per farlo. Le armi con cui la battaglia per la conquista del mercato saranno combattute sono proprio gli ambassador e la capacità di stabilire la propria predominanza culturale anche se, come è capitato con la recente campagna di Tiffany & Co., alcune voci interne al mondo creativo hanno criticato la mercificazione dell'arte di Basquiat e, più in generale, della produzione culturale in senso più ampio.