La nuova estetica post-alpina dei brand di moda
Da Jacquemus a White Mountaneering, lo stile gorpcore si è fatto più elegante
01 Luglio 2021
Ieri lo show SS22 di Jacquemus, intitolato La Montaigne è stato accompagnato da una nota che diceva: «Volevo concentrarmi sugli abiti, le silhouette, i colori, i tessuti, i dettagli e l'energia dei modelli. Volevo che il set fosse minimale e nitido, ricreando una montagna artistica e astratta che rappresentasse l'ispirazione della collezione». L'ambiente naturale della montagna è stato del tutto astratto nelle sue forme e nei suoi colori essenziali e il risultato è stato un abbigliamento post-gorpcore, in cui i singoli dettagli dell'abbigliamento da montagna (balaclava, puffer jacket, fleece e vest, cinture e dettagli utility) venivano tradotti in una forma meno tecnica e più estetizzata.
L'estetica gorpcore ha dominato con decisione tutti i trend del 2020 e la sua ondata non si è ancora fermata anche se, da ciò che emerge dalle più recenti collezioni che hanno sfilato questo mese, i suoi confini estetici stanno già cominciando a cambiare: dal gorpcore al campcore, dalla scalata al campeggio, dall'utility al lifestyle.
Lo scenario è sempre la montagna, ma i picchi scoscesi sono svaniti a favore di ambienti sempre naturali o ispirati alla natura ma più quotidiani. Così è per la collezione SS22 di Thom Browne, che riflette sulla solitudine vissuta nel lockdown paragonando il vuoto di una stanza solitaria a quello dei paesaggi montani; così è per Jacquemus che trasforma la montagna da scenario effettivo a moodboard; così è per White Mountaneering, Phipps e per l'islandese Arnar Már Jónsson che allentano l'aspetto aggressivo del gorpcore in favore di prodotti tecnici ma più soft, più orientati al lifestyle.
Cosa è cambiato?
Prima di tutto è cambiata la stagione: se le proposte invernali potevano spingere l'acceleratore sulla performance dei capi, sul loro isolamento termico e la loro resistenza, quelle primaverili devono puntare su costruzioni più leggere, e dunque più orientate al lifestyle. A spostare l'estetica del gorpcore verso un deciso alleggerimento delle silhouette contribuisce anche il progressivo allentamento delle restrizioni sanitarie a cui si assiste in tutto il mondo che, pur lasciando intatto il trend del ricongiungimento con la natura, rende meno estremo il bisogno di prodotti performance-ready. I dettagli utility si traducono dunque in tasche monumentali, tessuti mimetici o impermeabilizzati, usi creativi del paneling – ma anche attenzione verso tecniche più "naturali" come il crochet.
Per Jacquemus in particolare la montagna diventa un orizzonte di sogno, da ridurre alle sue geometrie e alle sue tinte più essenziali. L'anima tecnica del gorpcore retrocede in favore di un approccio che devia dal lusso di collezioni come Gucci x The North Face, in cui l'elemento tecnologico rimaneva preponderante, per concentrarsi su silhouette e costruzioni che, per così dire, portano la montagna in città. Lo stesso succede in versione punk da Phipps e con l'activewear di Thom Browne mentre per White Mountaineering e Arnar Már Jónsson, che aderiscono maggiormente al canone tradizionale del trend, il lato tecnico degli abiti si traduce in uno stile sempre meno orientato alla performance e all'utilità pura e sempre più concentrato sul tradurre in termini fashion la silhouette e la costruzione del capo tecnico.
Il trend resterà?
In queste ultime collezioni, il gorpcore va cambiando. Naturalmente ogni trend nasce e si evolve compatibilmente alle esigenze della società e del momento storico che lo ha prodotto e dunque il cambiamento di una società che vuole rimanere a contatto con la natura ma non è più confinata nelle proprie case e può tornare a vivere la dimensione urbana si riflette in un gorpcore che mantiene il proprio aspetto esteriore perdendo il tratto dell'utility-over-style, anzi capovolgendo quell'equazione. I linguaggi della moda, nel corso del 2020, hanno incorporato i codici del techwear ma hanno finito per appropriarsene e trasformarli in ispirazione pura, astratta e sublimata, e stranamente per questo più pura – almeno dal punto di vista estetico.