Thom Browne ha risposto alle accuse di plagio di adidas
Secondo il brand mericano l'uso del logo striato era stato concordato con adidas 10 anni fa
01 Luglio 2021
Thom Browne è senza dubbio uno dei designer più riconoscibili dell'industria, che ha cementato la sua fama su elementi altrettanto riconoscibili, come l'approccio genderless alla moda, l'uso del grigio come colore principale, e quel logo a strisce sia bianche che tricolori. Proprio quest'ultimo ha suscitato le ire di adidas, che ha deciso di fare causa al brand in quanto "nonostante la conoscenza di Browne dei diritti di adidas sul Three Stripes Logo, […] sta offrendo in vendita abbigliamento sportivo decorato da due, tre o quattro strisce parallele che è tanto simile al logo di adidas da creare confusione", come riporta The Fashion Law. Un altro punto della controversia riguarderebbe le divise off-field dell'FC Barcelona disegnate da Browne e decorate con il motivo a strisce. La situazione però non è stata presa bene dal brand newyorchese, che ha sottolineato perentoriamente come l'utilizzo del logo a strisce sia stato concordato insieme ad adidas ben 10 anni fa. Ecco le parole del rappresentante di Thom Browne:
«Ciò che è importante capire è che adidas ha dato il suo consenso a Thom Browne oltre 10 anni fa e ha infatti suggerito a Thom di aggiungere una striscia aggiuntiva [...]. Thom non ha alterato la sua filosofia di design che apparentemente funziona bene sui mercati globali. Ma per adidas affermare di aver perso valore nei suoi marchi o aver sofferto perdite economiche a causa dell'uso da parte di Thom Browne di un logo a quattro strisce per oltre 10 anni, di cui Adidas è stata più che consapevole, è semplicemente una sciocchezza».
Ma la confusione è davvero possibile?
Al di là della legittimità o meno delle accuse di adidas, che sarà stabilita dalla legge, l'idea che due brand tanto diversi potrebbero essere confusi fra loro suona un po' implausibile. In primo luogo perché Thom Browne è un designer dal linguaggio abbastanza unico che ha basato il proprio successo su molti tratti distintivi ma sicuramente non sullo sportswear. Guardando nell'e-shop di Browne, c'è in effetti un completo sportivo decorato da strisce che potrebbe ricordare adidas – se non fosse interamente composto di cashmere e non costasse complessivamente poco meno di 3200€. Insomma c'è una differenza abbastanza sostanziale ed evidente sul piano della manifattura e della destinazione di mercato, come lo stesso brand ha sottolineato. Ma i problemi non si fermano qui e la situazione potrebbe in effetti essere più complessa.
La causa di adidas si riferiva esplicitamente ai capi sportswear - che fra l'altro sono stati fra i protagonisti del recente fashion film del brand presentato alla Paris Fashion Week. Qui la somiglianza fra il Three-Stripe Logo e il cosiddetto 4-Bar Logo di Browne diventa abbastanza borderline: una polo sportiva con le strisce sul colletto, accessori come portafogli e cover per smartphone striati, giacche in cotone nere e una serie di giacche e pantaloni ripstop sintetici evidentemente sportivi decorati dalle quattro strisce bianche appaiono come minimo ambigui. Se la confusione è impossibile sulla maglieria o i capi più sartoriali, sugli item sopra elencati la somiglianza è forte. Resta lo stesso problema di prima però: la confusione potrebbe sussistere se il consumatore acquistasse i capi di Thom Browne negli stessi negozi in cui acquista adidas, ma le differenze di posizionamento e di prezzo sono così abissali che è quasi impossibile creare confusione nei consumatori. La questione volge a favore di Browne se si considera, inoltre, che adidas avrebbe acconsentito all'uso del logo ben dieci anni fa - dimostrando anche la buona volontà di Browne nell'evitare di infragere i trademark.
E quindi?
adidas difende a spada tratta il proprio Three-Stripe Logo, probabilmente il suo asset immateriale più importante di tutti. Come riporta Business of Fashion, dal 2012 a oggi le cause per plagio intentate dal brand tedesco sono una cinquantina, per una media di circa cinque l'anno, e hanno coinvolto persino Marc Jacobs oltre che altri concorrenti come Nike o PUMA. Come si legge in un articolo di Bloomberg del 2017, il logo di adidas è così semplice che qualunque imitazione, anche non intenzionale, potrebbe danneggiarne l'immagine. Il brand non ha diritti esclusivi su tutte le strisce, però, ma solo sul loro utilizzo specifico: nel caso di Browne, ad esempio, potrebbero entrare in gioco i trademark di adidas sulle strisce presenti sulle maniche delle giacche e nei capi atletici, effettivamente molto simili. Allo stesso tempo, però, se i documenti che il team di Browne ha detto di avere dimostreranno l'esistenza di questo agreement ci sarà poco da fare per il brand tedesco, considerato anche come la posizione dei brand sul mercato non potrebbe essere più diversa.