Cosa significa l'acquisizione di Depop da parte di Etsy
Un'operazione da $1.6 miliardi di dollari che ridefinisce il mercato second-hand
03 Giugno 2021
Nonostante il vintage e il second-hand siano da sempre due colonne portanti dell'industria della moda, sembra esserci stato, nel corso delle ultime stagioni, un interessamento senza precedenti da parte dei grandi player dell'industria verso tutto ciò che è il mercato secondario, soprattutto dopo aver fatto della sosteniblità una delle buzzword più ripetute e abusate. In questo senso colpisce molto la notizia dell'acquisizione di Depop da parte di Etsy per $1.6 miliardi di dollari, un deal che dovrebbe essere finalizzato nel terzo trimestre dell'anno.
Si tratta di un'operazione enorme, che racconta bene il successo e il potenziale del mercato second-hand, in particolare alla luce dei numeri registrati da Depop solo nel 2020, con un fatturato da oltre $20 milioni di dollari e una crescita del +100% su base annua. L'interesse da parte di Etsy, enorme piattaforma di e-commerce non specializzata però in moda - lo scorso anno il sito ha fatturato $10.3 miliardi di dollari di vendite, di cui solo un decimo erano item di moda - testimonia come il mercato second-hand rappresenti un settore molto appetibile e potenzialemente molto redditizio anche per chi a quel settore non apparterrebbe.
Come riporta BoF, la trattativa per l'acquisizione di Depop andava avanti da circa due anni. Oltre all'oggettivo successo della piattaforma, sono anche altre le caratteristiche che hanno reso la start-up londinese molto interessante per Etsy: una fan base fedele, composta in larga parte da membri della Gen Z, e soprattutto la struttura stessa dell'e-commerce, in cui sono gli stessi venditori ad occuparsi della vendita e della spedizione della merce, non facendo quindi affidamento sulla piattaforma in sé.
Mentre Etsy non ha ancora rivelato ulteriori dettagli sulle sue intenzioni per il futuro di Depop, è chiaro che gli ultimi mesi sono stati decisivi per la crescita del mercato second-hand, un settore in cui è entrato anche Kering, che ha recentemente investito in Vestiaire Collective. Una crescita su scala globale scandita dalla quotazione in borsa di Poshmark (piattaforma di reselling per ora disponibile solo negli US, Canada e Australia) e TheRealReal, dall'introduzione della sezione 'pre-owned' su Farfecth e dall'approdo anche in Italia di Vinted, all'inizio dell'anno. Tutti indizi che certificano come anche il 2021 sarà l'anno del second-hand.