Quando Alber Elbaz portò l'alta moda da H&M
Il direttore creativo fu l'artefice del rilancio di Lanvin e di una delle collaborazioni più famose della moda
26 Aprile 2021
La notizia della morte di Alber Elbaz, avvenuta in un ospedale di Parigi a causa di complicazioni legate al Covid-19, ha gettato l'industria della moda in un cordoglio immediato. Celebrato per il suo genio e la sua creatività senza limiti, lo stilista 59enne ha segnato un'epoca grazie al rilancio e al successo globale di Lanvin, mentre a gennaio di quest'anno aveva presentato la prima collezione del suo nuovo brand AZ Factory, di proprietà del gruppo Richemont. Nato a Casablanca, in Marocco, cresciuto a Tel Aviv e trasferitosi poi a New York per lavorare nel mondo della moda, uno dei primi incarichi importanti di Elbaz fu da Guy Laroche, nel 1996, a Parigi. Solo due anni dopo fu chiamato alla guida di Yves Saint Laurent, prima di approdare, nel 2001, alla guida di Lanvin.
Fondato nel 1889 a Parigi da Jeanne Lanvin, il marchio francese, uno dei più antichi e longevi dell'industria della moda, aveva però perso quell'attrattiva e quel fascino che un tempo lo contraddistingueva. Ci pensò Elbaz, nei suoi 14 anni da direttore creativo, a portare al brand una dose di glamour e sogno mai vista prima. Il suo Lanvin era popolato da abiti da cocktail, seta e tessuti preziosissimi, colori brillanti, ruches, drappeggi, maniche a pipistrello, gioielli enormi, e tantissimo tulle. Era tutto esagerato, istrionico, teatrale, drammatico, sopra le righe, ma mai serioso e pretenzioso, con la sua moda Elbaz voleva far divertire e sognare, senza prendersi mai troppo sul serio, aggiungendo sempre una dose di ironia in tutto quello che disegnava.
Partì da questi stessi elementi Elbaz quando fu chiamato a siglare una collaborazione con H&M, nel 2010. Non era la prima liaison tra il gigante del fast fashion svedese e una grande casa di moda (in un'epoca in queste collaborazioni avevano ancora un significato e uno scopo ben preciso), ma fu certamente una delle più significative e di maggior successo, soprattutto perché fu in grado di mettere davvero in pratica quelle che erano le premesse alla base di queste operazioni: rendere l'alta moda davvero accessibile. Elbaz fece proprio questo, traslò l'immaginario e l'estetica di Lanvin adattandolo ai materiali e ai prezzi di H&M, ma non ne alterò il senso e la natura, e questo fu decisivo. Il giorno della release le file fuori dagli store erano chilometriche, le scene per accaparrarsi anche solo un guanto non distanti da una scena di I Love Shopping, la soddisfazione per essere riusciti a mettere le mani su un capo firmato Lanvin era impareggiabile.
Si aggiunse poi un altro tassello a rendere la collaborazione perfetta: Instagram. Ancora agli albori, il social media era lo spazio prediletto di fashion blogger e appassionate di moda, che riempirono i feed di foto con l'iconico - qui l'aggettivo non è usato a sproposito - cocktail dress giallo, con un enorme volant sulla spalla sinistra e una sottile cintura nera in vita. Chiara Ferragni lo indossò più volte, così come Victoria Cabello alla conduzione di Victor Victoria, diventando un oggetto del desiderio immediato, uno staple inequivocabile che diceva, io sì che ne so di moda, tu cosa ne capisci.
Nonostante l'enorme successo, sia di critica che di pubblico, Elbaz fu inaspettatamente licenziato da Lanvin nel 2015, continuando poi a collaborare con diversi brand prima di fondare la sua casa di moda. Per tutti però la legacy del designer continuerà a restare legata ai quei 14 magici anni, in cui Elbaz ci ha regalato il sogno della moda.