La donna dietro le collabo: intervista a Sarah Andelman
Con la sua agenzia la founder di Colette continua a cercare nuovi modi per connettere brand e persone
20 Aprile 2021
Ai più, il nome Sarah Andelman potrebbe non dire nulla. Per gli appassionati di moda e di streetwear, invece, questo nome evoca immediatamente un luogo e un immaginario ben preciso, identificando Andelman come una figura fondamentale nella formazione del gusto contemporaneo e della moda per come la conosciamo oggi.
Insieme alla madre, Colette Roussaux, Andelman è stata infatti la founder di uno dei concept store più famosi al mondo, Colette appunto, un'oasi di moda e innovazione nel cuore di Parigi, al 213 di Rue Saint-Honoré, che ha chiuso i battenti nel 2017. Nei suoi vent'anni di attività Colette ha cambiato il corso della moda, elevando lo store a luogo d'incontro ideale tra media e discipline diverse, unendo moda, arte, streetwear, sneaker culture, design, cibo, e cultura, dando spazio a designer emergenti e giovani label. Colette era uno spazio più culturale che commerciale, una meta di pellegrinaggio per chiunque si trovasse a Parigi, per respirare quell'aria ultra cool e contemporanea che lo store offriva.
Non si può non parlare di Colette e della sua influenza globale per comprendere il nuovo corso nella carriera di Sarah Andelman. Tra le novità più importanti ed epocali che Colette aveva introdotto c'è infatti il l'idea di collaborazione, intesa come desiderio di creare connessioni con realtà diverse per dare vita a prodotti unici nel loro genere, con una valenza culturale e simbolo della community incarnata dallo store, destinati a diventare immediatamente oggetti di culto. Colette ha elevato il concetto di collaborazione, siglando capsule collection insieme ai brand più importanti del mondo, da Nike a Hermès, da BAPE a Thom Browne, fino a Louis Vuitton, sacai, e molti altri.
Dopo la chiusura dello store, la cui storia è stata recentemente ripercorsa nel documentario Colette Mon Amour, Andelman non ha abbandonato il mondo della moda, continuando il lavoro e la riflessione sul concetto di collaborazione con la sua agenzia JUST AN IDEA. Qualche settimana fa l'agenzia ha presentato i suoi primi prodotto fisici, cinque libri fotografici completamente diversi l'uno dall'altro, che spaziano tra i lavori di cinque artisti indipendenti: Sho Shibuya, Nicole McLaughlin, Douglas Coupland, Louis-Géraud Castor e Eric Ng. Andati tutti immediatamente sold out, ça va sans dire.
nss magazine ha raggiunto Sarah Andelman per farsi raccontare il concept dietro questi libri e se si è mai pentita di aver chiuso Colette.
#1 Come hai scelto i primi cinque volumi da pubblicare sotto JUST AN IDEA BOOKS? Cosa li rende i libri migliori con cui esordire?
Sono tutti artisti di cui amo il lavoro e che seguo principalmente su Instagram, e mi sembrava che avessero bisogno di più di un semplice feed online. E mi piace anche la diversità di questi volumi, che spaziano da un fiorista di Parigi ad un giovane illustratore in Australia.
#2 Perché hai scelto di iniziare dai libri come primo prodotto fisico dell'agenzia?
Ho ancora la mia agenzia di consulenza, che aiuta i brand a sviluppare collaborazioni, questo diciamo che è un progetto parallelo, più personale.
#3 In un mondo di oggetti da collezione e infinite raccolti di sneaker e pezzi d'archivio, i libri sono diventati il nuovo item da collezionare e mostrare?
Ho sempre amato i libri e penso siano importanti in ogni ambiente... Sono oggetti per lasciarsi ispirare e non solo.
#4 JUST AN IDEA è un'agenzia di consulenza, specializzata nello sviluppo di collaborazioni. Con Colette l'idea di collaborazione ha raggiunto un livello senza precedenti. Come si è evoluto il concetto di collaborazione e qual è il suo ruolo oggi?
Si è evoluto nel senso che ora i brand sanno davvero cosa significa. Ogni giorno c'è una nuova, fenomenale collaborazione. Solo qualche giorno fa abbiamo assistito a Gucci x Balenciaga, chi poteva immaginare una cosa del genere! Oggi tutto è possibile quindi è ancora più difficile sorprendere e mantenere l'autenticità.
#5 Qual è la formula per una collaborazione di successo? Pensi che l'industria della moda ne abbia ancora bisogno?
Ne avremo sempre bisogno per vedere le cose in modo diverso, ma non abbiamo bisogno di così tante collaborazioni...
#6 Da Colette a JUST AN IDEA, tutto quello che fai diventa cult. Come crei così tanta attesa e interesse intorno al tuo lavoro?
Grazie mille! Ma non credo, non si tratta di me, ma di tutti i talenti straordinari che scopro, che rispetto e supporto ;-)
#7 In questo mondo (quasi) post pandemico, avresti voluto che Colette fosse ancora aperto? Sei ottimista sul futuro del retail fisico?
Sono molto contenta che abbiamo chiuso prima di tutto questo! Nessun rimpianto! E sì, sono ottimista, sono in arrivo nuove idee e grandi progetti!