Giorgio Armani è aperto all’idea di un fashion group italiano
Il designer ha parlato del futuro della sua azienda in una recente intervista a Vogue
08 Aprile 2021
Intervistato da Vogue USA, Giorgio Armani ha dichiarato che l’idea di un brand del tutto indipendente «non è più così strettamente necessaria» e che «si potrebbe pensare a una liaison con un’importante azienda italiana». Parole vaghe chiarite poco dopo da Roberta Armani, nipote del designer ed erede designata del suo impero insieme a Leo Dell’Orco: «Sarebbe stupendo avere una joint venture Made in Italy nell’industria della moda». E in effetti le affermazioni dei due Armani, anche se non si riferiscono necessariamente a un'altra azienda di moda, arrivano in un momento di forte attività per il business della moda italiana: a settembre Claudio Antonioli aveva acquisito indipendentemente Ann Demeulemeester, a dicembre Stone Island acquisisce Moncler, a marzo il gruppo italiano OTB acquisisce Jil Sander e infine si rincorrono voci su una possibile acquisizione di Salvatore Ferragamo.
Dopo la crisi economica innescata dalla pandemia di Covid-19, la posizione di brand indipendenti e posseduti dalle famiglie originali come Armani ma anche Zegna o Ferragamo è diventata più incerta: è chiaro che un gruppo industriale sa gestire una crisi meglio che un’azienda da sola, ma è anche vero che gli stessi player dell’industria non sono disposti a rinunciare alla propria indipendenza se questo significa consegnare le “chiavi del regno” a un titano industriale straniero. Dunque, fra queste aziende italiane, sembrerebbe essersi destato il bisogno di una realtà industriale capace di competere, o comunque di opporsi, allo strapotere di Kering e LVMH, che già possiedono una grande fetta della moda italiana con Gucci, Bottega Veneta, Fendi, Bulgari e Berluti solo per nominarne alcuni. Mentre altri grandi marchi di lusso del paese come Valentino e Versace operano sul suolo nazionale ma sono in realtà posseduti rispettivamente da gruppi di investimento del Qatar e americani. La stessa acquisizione di Stone Island da parte di Moncler è avvenuta sulle basi di un heritage italiano condiviso fra i due brand.
Brand come Missoni, Ermenegildo Zegna e Salvatore Ferragamo, ma anche come Armani, Prada e Dolce & Gabbana (che hanno da poco rifiutato l’acquisizione da parte di un brand anonimo), sono riusciti a rimanere imprese a conduzione familiare anche davanti a un’espansione enorme del proprio business. Questi brand sono anche tutti dotati di un heritage storico e culturale che pochi altri possono vantare nel settore ed è dunque naturale che, se la prospettiva di entrare in un gruppo industriale li alletta per le sicurezze che il business model può garantire, è anche vero che quel gruppo dovrà essere un gruppo italiano. La comparsa di questa “joint venture” non sarà certo immediata ma potrebbe anche essere più vicina e meno fantasiosa di quanto crediamo. Come ha dichiarato Roberta Armani a Vogue:
«Sono sicura che [mio zio Giorgio, ndr] ha già un piano in mente».