L'archivio è l'ultima ossessione dello sneaker game
Le sneaker di ieri per pensare al domani
24 Febbraio 2021
Tra riedizioni, nuove versioni o semplicemente ritorni di fiamma, il fattore nostalgia è diventato uno dei traini principali dello sneaker game. Se i brand si affannano per riportare in vita vecchie silhouette più o meno note, i collezionisti hanno iniziato a dare maggior lustro al collezionismo e all'archivio, tirando fuori dall'armadio sneaker poco conosciute da riscoprire per pensare al futuro dello sneaker game. A metà tra il fine educativo e il puro business, pagine come Obscure Sneakers, adisight e Curation Education Sales si pongono come ideale punto d'incontro tra vecchio e nuovo, condividendo (e spesso vendendo) sneaker rare e dimenticate.
Tra sneaker dei Rugrats e altre di Toy Story, trovano spazio Nike e adidas mai viste, mules e boots in Goretex firmati Salomon e New Balance da basket. Un mondo parallelo, per certi versi un universo alternativo in cui i brand hanno deciso di osare, di tirare fuori dal loro cilindro le silhouette più assurde e folli. La verità è che siamo davanti al passato e al futuro dello sneaker game, un cortocircuito temporale in cui i creator sono liberi di cercare qualsiasi tipo di ispirazione per creare le sneaker di domani. Come le Yeezy 500, uscite nel 2018 e ispirate al design delle adidas KB8 3, le sneaker di Kobe Bryant uscite durante la stagione 1999-2000. Lo stesso Steven Smith, designer proprio di Yeezy, nella sua intervista a nss magazine aveva indicato tra le sue sneaker preferite le Nike Crib Mary Jane, un modello di Nike per neonati non certo in cima ai desideri dei collezionisti in cerca dell'ultima release hype.
È proprio l'hype culture il punto d'origine di questo fenomeno, il Big Bang che ha dato vita alla voglia di andare oltre quel muro di release settimanali che ormai domina l'industria. Intervistato da Complex, Lil Yachty, rapper ma soprattutto collezionista, aveva parlato della sua voglia di scoprire e cercare sneaker dimenticate come antidoto a un mondo di release in cui l'hype prevale sull'originalità. Niente di sorprendente, se non la naturale reazione a uno sneaker game ben saldo sulle sue poche certezze, che rielabora le stesse silhouette con minime variazioni di design e colore senza riuscire ad offire nulla di veramente nuovo agli appassionati. Se il passato può insegnarci qualcosa, se pagine come Obscure Sneakers o adisight possono dirci qualcosa, è l'importanza e la ricchezza degli archivi non solo per i brand di moda, ma anche per quelli di sneaker. Se Stone Island e Moncler sembrano averlo capito, adesso tocca a Nike e adidas doverlo fare, trasformando fenomeni come lo sneaker archive in un'arma per plasmare il domani di un'industria che potrebbe inaspettatamente trovare nel passato la chiave per il proprio futuro.