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La storia dello stage di Kanye West e Virgil Abloh da Fendi

Tra fotocopie, caffè e 500$ al mese

La storia dello stage di Kanye West e Virgil Abloh da Fendi Tra fotocopie, caffè e 500$ al mese

*** AGGIORNAMENTO 29/11/2021 *** 

Questo articolo è stato pubblicato originariamente il 16 febbraio 2021, qualche mese prima della prematura scomparsa di Virgil Abloh.
Virgil Abloh è stato una fonte di ispirazione e un pioniere, tutta la redazione e tutto il team di nss magazine si stringe nelle condoglianze alla famiglia e ai collaboratori.

 

Sottopagati, sfruttati e frustrati. Sono queste le prime tre parole che vengono in mente quando si parla di stagisti, una categoria parte integrante del mondo del lavoro che ha imparato a usarli per le mansioni più disparate, tra caffè e fotocopie in un loop infinito di compiti ingrati racchiusi sotto un'unica e grande categoria immaginaria: l'esperienza. Nel 2009 quel ruolo era toccato a due nomi d'eccezione come Kanye West e Virgil Abloh, entrambi impegnati a Roma in uno stage da Fendi fatto di cappuccini, fotocopie e altri compiti che difficilmente riusciremmo ad associare all'attuale direttore creativo di Louis Vuitton e al vincitore di 21 Grammy. 

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Prima di imbarcarsi in questa avventura transoceanica dal Nuovo al Vecchio Continente, Kanye West aveva però dei piani ben diversi. Dopo l'uscita di 808s & Heartbreak nel 2008, Kanye era pronto a partire in tour insieme a Lady Gaga per quello che era stato ribatezzato Fame Kills: Starring Kanye West and Lady Gaga, un mega evento con 34 tappe che avrebbe portato in giro per il Canada e gli Stati Uniti due delle più grandi star della musica contemporanea. Era tutto pronto, dallo stage design alle foto promozionali scattate da David LaChapelle, fino al video promozionale con la tagline "What happened to all the rock stars? The fame killed them!". Una frase quasi profetica che anticipava quello che sarebbe successo di lì a poco, quando Kanye West, in uno dei suoi momenti più celebri, decise di salire sul palco degli MTV Music Awards e interrompere Taylor Swift durante il suo discorso per la vittoria del premio Best Female Video. Giusto o sbagliato che fosse, le ripercussioni furono tali da portare Lady Gaga a decidere di cancellare il tour e Kanye a ritirarsi dalla scene fino al 2010, anno d'uscita di My Beautiful Dark Twisted Fantasy

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Ancora lontano dal lancio della sua prima collezione Yeezy che arriverà solo nel 2016, West aveva deciso di impiegare quel periodo di transizione con un viaggio all'estero, partendo per Roma direzione Fendi. A fargli compagnia sarebbe arrivato anche Virgil Abloh, da poco laureatosi in architettura e già attivo nella street fashion di Chicago, ma soprattutto vicino al mondo di West dopo aver lavorato alla cover di 808s & Heartbreak. Fendi dal canto suo viveva un momento di transizione iniziato nel 1999, quando Prada e LVMH avevano unito le forze per comprare il 51% dell'azienda e proseguito negli anni con la lenta e progressiva scalata del gruppo di Bernard Arnault. Una leadership rappresentata anche dal CEO Michael Burke, uomo di fiducia di Arnault con un'enorme esperienza prima in Dior e poi in Louis Vuitton, dove è poi tornato nel 2012 per ricoprire in seguito un ruolo chiave nella scelta di Virgil Abloh come direttore artistico. L'ammirazione di Kanye West verso Karl Lagerfeld non è certo un segreto, è quindi facile immaginare per quale motivo il rapper di Chicago avesse scelto proprio la maison di cui Lagerfeld è stato direttore creativo come punto di partenza per la sua avventura nel mondo della moda. Un'avventura iniziata nel modo più semplice possibile. In un'intervista a Hot 97 Kanye aveva descritto l'esperienza come quella di un qualsiasi stagista tra "andare al lavoro tutti i giorni, camminare verso il lavoro e prendere dei cappuccini". Un impiego che ha fruttato ai due "ben" 500 dollari al mese, come confermato da Michael Burke: "Li pagavo 500 dollari al mese! Rimasi davvero impressionato dalle novità che portarono in studio, erano dirompenti nell'accezione migliore del termine." Tra i meriti da attribuire a Kanye e Virgil ci sono sicuramente i leather jogger pants, proposti dai due stagisti e rifiutati da Fendi per poi diventare uno dei trend di maggiore successo del 2013. In realtà l'internship non è stata tutta rose e fiori. In un'intervista con Charlamagne Tha God, Kanye ha ricordato il periodo passato a Roma con Virgil Abloh: "Non potevamo fare nulla, eravamo solo felici di avere una key card. Non sapevamo come fare dei veri vestiti, usavamo tantissimo photoshop ma non facevamo dei veri vestiti". Un'esperienza che è valsa a Virgil Abloh la nomina di "fastest photoshop artist" mai visto da Kanye. 

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L'esperienza da Fendi è stata fondamentale per le carriere di entrambi, dando concretezza alle ambizioni e alle mire tanto di West quanto di Abloh. Di lì a pochi anni il primo avrebbe iniziato a lavorare al suo primo progetto nella moda, il brand Pastelle che vedeva coinvolti lo stesso Abloh insieme ai fidati Don C, Willo Perron e Matt George. Se ci sono voluti anni per vedere un riavvicinamento tra LVMH e Abloh, Kanye non solo aveva firmato un contratto con Louis Vuitton per la creazione di alcune sneaker, ma era andato vicino a siglare un accordo con Arnault per il lancio della prima Season del suo brand Yeezy. Nel frattempo Virgil non è certo stato con le mani in mano. Oltre al ruolo di direttore creativo di DONDA, tra il 2012 e il 2013 fonda prima Pyrex Vision e poi Off-White iniziando un percorso che nel 2018 l'ha portato a ritrovare Michael Burke da Louis Vuitton. Lo stesso Burke ha confessato di non aver mai perso d'occhio il lavoro di Abloh, suscitando più di qualche rimpianto in casa Fendi che, pur avendo in casa due talenti d'oro come Kanye e Virgil, ha preferito lasciarli andare via per scegliere, anni dopo, Kim Jones come Direttore Artistico. Lo stesso Jones che quasi dieci anni prima era stato scelto da West come uno dei consulenti del suo brand Pastelle, chiudendo così un cerchio durato più di un decennio. Dopo Fendi Kanye non ha però abbandonato la sua passione per gli stage nella moda, lavorando con Giuseppe Zanotti alla sua collabo con Balmain (di cui West è stato testimonial nel 2016) e chiedendo, ma non ottenendo, un posto come assistente di Raf Simons