Tutti i loghi di Gucci
Storia di un brand in tre atti
18 Dicembre 2020
Ciò che sorprende nella storia di un brand come Gucci non è tanto l’incredibile rilevanza commerciale e culturale che ha e ha avuto, quanto piuttosto la sua capacità di saper definire e popolarizzare in Italia e all’estero il concetto di lusso traducendolo per ogni epoca. In ognuno dei decenni-chiave del ‘900 a partire dalla sua fondazione, Gucci è stato sinonimo di lusso con una continuità quasi priva d’interruzioni. Per riuscire in ciò l’essenziale è stato non fossilizzarsi in un singolo linguaggio, mutare insieme ai propri tempi – e così far mutare la propria identità. Di questa identità, il logo che rappresenta la maison è forse la sintesi più definitiva e, volendo tracciarne l’evoluzione lungo l’intera storia del brand, la si potrebbe leggere come una storia in tre atti che inizia nel 1921, a Firenze, e continua ancora oggi, sui cartelloni pubblicitari, nelle boutique e sulle passerelle di tutto il mondo.
Le origini (1921-1955)
Guccio Gucci, fiorentino, aveva trascorso parte della sua giovinezza a lavorare al Savoy Hotel di Londra dove imparò tutto sui gusti dell’aristocrazia, sui migliori prodotti di lusso e sulla qualità dei materiali. Tornato a Firenze, aprì la sua prima bottega in via della Vigna Nuova dove iniziò a produrre selle e valigie di lusso. Il primo marchio che allora identificava questi prodotti era una semplice etichetta con il nome di Guccio Gucci, le sue referenze e l’indirizzo. Nel 1923 venne creato il primo logo, in corsivo, ispirato alla firma del founder che era abbastanza semplice e neutrale a cui, nel 1929, venne aggiunto dell’estro inclinandolo verso l’alto, aggiungendogli qualche svolazzo e anteponendo la “G” di Guccio al cognome. Questo logo rimase uno dei più longevi per il brand (venne usato per tutta la tenure di Frida Giannini) ma, nel 1934, ne fu introdotto uno alto e spigoloso, in cui appariva un elegante portiere d’albergo con la sua marsina e con in mano due valigie. L’insolito marchio non durò molto, perché in breve diventò la base per il successivo logo della maison.
L’età dei cavalieri (1955-1992)
Negli anni ’50 il brand ha un aspetto del tutto diverso. La prima boutique a Milano è stata aperta nel ’51, quella di New York nel ’53, il passaggio del potere alla morte di Guccio nelle mani del figlio Aldo nello stesso anno. Avvennero due eventi principali sul piano del logo: il primo fu che l’effettivo logo sull’etichetta venne sostituito da un cavaliere in campo araldico, che reggeva le stesse valigie del fattorino nel logo anni ’30, evocando un mondo ben più elevato di quello degli alberghi, con, sulla testa, una rosa e un timone, a simboleggiare il senso estetico e l’avvedutezza commerciale; il secondo fu che la “doppia G” disegnata da Aldo Gucci negli anni ‘60 dilagò su sciarpe, valigie e accessori di ogni tipo. Nel 1958 invece, sotto il cavaliere tornò il nome Gucci, in un carattere lineare e distanziato, che poi divenne più corposo e dotato di grazie a partire dal 1971. Era la nascita del moderno logo del brand.
L’epoca moderna (1992-2019)
Col passare del tempo, il monogramma della “doppia G” divenne sempre più famoso e venne riproposto in un’infinità di forme e versioni diverse. Infine, all’inizio degli anni ’90, la “doppia G” entrò a far parte del logo ufficiale del brand che rimase lo stesso fino all’ingresso di Tom Ford alla guida della maison, che ne introdusse una versione con le sole lettere e caratteri più affusolati e distanziati. All’epoca il logo era stampato su un’etichetta nera, ma solo con l’arrivo di Alessandro Michele nel 2015 l’etichetta si allargò e divenne bianca. Ultima novità introdotta da Michele nel 2019 è una nuova versione della “doppia G” con i due caratteri sovrapposti e orientati verso destra - a differenza del monogramma originale -, questo è il primo ad apparire anche come marchio aziendale.