I 5 colori più iconici del mondo della moda
Da Dior a Jacquemus
10 Dicembre 2020
Prima ancora che tattile, la moda è un’esperienza visiva. E nel corso dei decenni sono stati moltissimi i designer a votarsi a una particolare sfumatura di colore esplorandola e declinandola in mille modi nel corso degli anni. Così come stampe e pattern, infatti, anche i colori possono arrivare a identificare uno specifico brand e nei casi elencati qui sotto, che vanno dai più storici ai più moderni, i designer hanno saputo sfruttare e raccontare il fascino di un colore che ha finito per arrivare a simboleggiare l’estetica di un intero brand nel corso degli anni e delle direzioni creative.
Il grigio di Monsieur Dior
La sfumatura di colore che Christian Dior trovava più elegante era il grigio – un colore pratico e neutrale che esprimeva la preziosità discreta dello stile dello stilista. L’amore di quel colore deriva dalla sua infanzia: Dior se ne era innamorato la prima volta nella sua casa estiva di Granville, in Normandia, i cui colori principali erano appunto il rosa e il grigio. Quel grigio divenne per primo il colore dei muri del suo atelier e, dopo la presentazione del profumo Miss Dior, negli anni ’50, venne registrato come Grigio Dior. Una volta il designer disse: «Tutto si abbina al grigio, per questo è il colore consigliato per gli accessori».
Il tan di Burberry
Come brand storico e ultracentenario, Burberry ha numerosi trademarks fra cui quello del suo celebre check. Sebbene nel corso degli anni il pattern-chiave di casa Burberry sia stato declinato in numerose colorway diverse, si può dire che una sfumatura di beige conosciuta in inglese come tan (e in italiano come tanno, termine che deriva da una polvere di corteccia usata anticamente per conciare le pelli) sia una presenza costante in tutta la storia del brand, tanto che il beige è il colore principale dei suoi trench – i cappotti di gabardine inventati da Thomas Burberry per proteggersi dalle piogge inglesi che hanno dato il via all'intera vicenda creativa del brand.
Il Rosso Valentino
Due sono gli italiani che hanno dato il proprio nome a una sfumatura di rosso: uno è Caravaggio e l’altro Valentino Garavani. L’ispirazione per questa particolare sfumatura, che si trova fra lo scarlatto, il ciliegio e il corallo, venne da una signora vista da Valentino ancora studente all’Opera di Barcellona. Senza sospettarlo, quella donna aveva piantato un seme nella mente del designer che sbocciò quando questi aprì il suo atelier nel 1959. La sfumatura finale che è registrata venne estratta da un pigmento estremamente puro di rosso, privo di micro-interferenze di altri colori, e da qui deriva la sua qualità “media” che lo rende visibile ma mai squillante. Da allora quel rosso apparve praticamente in ogni singola collezione di Valentino dalla fondazione a oggi.
Il verde della nuova Bottega Veneta
Il trionfale ingresso di Daniel Lee da Bottega Veneta ha risollevato le sorti dell’intero brand, portandolo a una rivoluzione estetica fra le più riuscite e rispettose della tradizione precedente mai viste in questi anni. Dall’inizio di questa nuova fase, il packaging del brand si è rivestito da una sfumatura di grass green che si ritrova con qualche variazione fra i molti item verdi che appaiono nelle collezioni firmate da Lee. Sebbene l’inglese sia ancora da pochi anni al timone del brand, la riconoscibilità assoluta che la sfumatura ha raggiunto è la testimonianza della rapida predominanza culturale assunta da Bottega Veneta.
Il rosa francese di Jacquemus
La sfumatura che Simon Porte-Jacquemus ha scelto per la sua Holiday Collection, distinta da un colore rosa all-over, si avvicina molto al French Rose – un nome molto appropriato a un designer che ha fatto quasi di ogni sua collezione una lettera d’amore al proprio paese natale. Il colore era già apparso nelle collezioni del designer per la prima volta nel 2014, con apparizioni sempre più frequenti negli anni fino a giungere alla passerella nell'iconica sfilata SS20 fra i campi di lavanda e all'ultima campagna "L'année '97" con Laetitia Casta. La collezione dimostra la lucidità d'intuizione di Jacquemus che, nel creare un range di abiti relativamente semplice, ha saputo condensare il mood solare tipico delle sue creazioni più "estive" in una singola nota di colore che, al contempo, rende estremamente riconoscibile la collezione.