5 lavori della moda nel futuro secondo Mark Anderson
Il Director of Education di Domus Academy ne ha parlato con nss magazine
22 Ottobre 2020
Il concetto di cambiamento costante è radicato in profondità nell’industria della moda. Non solo sul piano delle collezioni e dei trend, ma anche su quello delle figure professionali più richieste, come ha evidenziato Mark Anderson, Director of Education di Domus Academy, intervistato da nss magazine. «Gli studenti devono avvicinarsi alla professione con il desiderio di continuare ad apprendere, essere aperti e assorbire tutto il possibile», ha detto Anderson, sottolineando come spesso sia necessario affiancare alle skill tecniche apprese durante i propri studi le cossiddette soft skill:
«Creatività, perseveranza, passione e curiosità infinita sono le più importanti. […] Per i professionisti in ambito moda, la creatività deve essere accompagnata da una conoscenza e comprensione della produzione creativa attuale ma anche del passato. […] Alcune delle competenze attuali e più tecniche ruotano attorno all’uso e all’integrazione delle tecnologie nel processo di progettazione e in vari parte della filiera moda».
Queste nuove skill, riflesso di cambiamenti culturali, economici e tecnologici, stanno già avendo immediate ripercussioni sul recruiting dei brand. Il più eclatante e necessario è forse quello della diversity. Ad esempio «alcune aziende, come H&M, hanno già istituito al proprio interno la figura del Diversity and Inclusiveness Manager per promuovere politiche di inclusione a livello aziendale», ma anche sul lato delle campagne molti brand «hanno usato modelli di colore o transgender per promuovere un nuovo approccio inclusivo». Con il risultato di un cambiamento nelle politiche di recruiting e casting - cambiamento che ha investito in senso più largo il mondo della comunicazione in cui «sarà attribuita molta più importanza allo storytelling del marchio per trasmettere chi è e cosa rappresenta, più del prodotto stesso. Autenticità e credibilità saranno valori chiave in un approccio attento all’ambiente e anche economicamente e socialmente sostenibile».
Un mondo nuovo le cui sfide e le cui esigenze possono apparire disorientati a chi vi si affaccia per la prima volta. Per questo, nss magazine ha chiesto a Mark Anderson di stilare una lista dei cinque principali lavori nella moda del futuro.
Virtual Showroom Designer
«La pandemia ha spinto i consumatori verso gli acquisti on line. Questo trend non finirà chiaramente con la situazione contingente e i consumatori dovranno fare sempre più uso di strumenti di acquisto online come gli showroom virtuali - spazi interattivi con rendering digitale in cui i consumatori possono vedere le collezioni online e provarle. Uno strumento utile anche per i brand che possono così ripensare tutta la gestione della parte wholesale e magazzino. L’obiettivo è di rendere l’esperienza negli showroom virtuali più stimolante ed engaging rispetto a quella dello showroom fisico. Inoltre spesso queste piattaforme consentono di lasciare messaggi e commenti che possono dare indicazioni importanti ai brand in tempo reale».
Data Editor
«I Data Editor sono diventati ancora più importanti per i brand (non solo di moda) che stanno cercando di trovare un nuovo modo di coinvolgere i consumatori finali e di gestire tutta la filiera produttiva e distributiva senza perdite. In concreto, un numero crescente di brand sta veicolando le proprie decisioni di business sul data mining per ottimizzare ritorno sull’investimento. […] Per i brand sarà sempre più importante avere dei dati precisi per affinare le loro strategie di marketing e sviluppare nuovi prodotti sempre più targettizzati sulle richieste del consumatore e sui trend. La pandemia ha accelerato […] il passaggio da offline a online per tutto ciò che concerne gli acquisti […]. I Data Editor saranno i “maghi” che dall’analisi di tutte le informazioni condivise dall’utente, saranno in grado di dirigere le aziende verso scelte di business più flessibili e quindi vincenti».
Corporate Responsability Manager
«Nei prossimi anni le istanze sociali e l’attenzione verso un approccio etico saranno degli asset imprescindibili per un brand che voglia creare un legame con il consumatore e quindi costruire un business di successo e competitivo. La moda, da sempre, ha un peso nella società, nel plasmarla grazie a tendenze e ad un immaginario che parla a generazioni diverse ma accomunate dal desiderio di esprimersi attraverso uno stile, la moda ha quindi, più di altri settori, anche una responsabilità nell’essere portavoce di valori di integrazione, rispetto per l’ambiente e cambiamenti positivi a livello internazionale. Il Corporate Responsibility Manager è quindi una figura che, attraverso competenze trasversali e una visone globale dei macro fenomeni sociali ed economici, sa implementare a tutti i livelli aziendali un nuovo approccio etico».
CGI Artist
«Il CGI Artist è una figura professionale emergente che negli ultimi anni è diventata fondamentale nella creazioni di immagini che replicano in modo sempre più accurato e sofisticato la realtà. Questo fenomeno si è ulteriormente sviluppato anche a causa della pandemia che ha bloccato le produzioni dei servizi fotografici per i magazine rendendo a volte obbligatoria la scelta di copertine o contenuti GGI. Per questo tipo di ruolo sono fondamentali chiaramente le conoscenze di computer graphic ma è anche necessaria una visione creativa globale che includa la capacità di gestire e immaginare tutto ciò che concerne uno vero shooting fotografico ovvero illuminazione, scenografia, styling e composizione dell’immagine».
Customer Experience Manager
«Questo aumento del traffico dell’e-commerce, combinato con le interruzioni della catena di approvvigionamento, riduzione del personale, ha sottolineato l’importanza del ruolo del Customer Experience Manager che mantenga i consumatori informati sui loro ordini su attraverso i diversi mercati, fusi orari e canali social. Inoltre, poiché la crescita dell’e-commerce continuerà a crescere anche dopo la pandemia, questo tipo di risorsa sarà comunque preziosa per qualsiasi marchio in una strategia a lungo termine. Ma il Customer Experience Manager non è solo un professionista da un punto di vista del controllo e della gestione: deve anche avere un approccio proattivo ed empatico per stabilire una “complicità” con il consumatore anche in una comunicazione fredda come quella da remoto, per far vivere al cliente finale una vera esperienza “su misura” ».