Il trend delle sneaker "pelose"
Dalle Nike SB Dunk Grateful Dead alle ultime New Balance firmate Salehe Bembury
02 Ottobre 2020
Accanto ad acclamate collaborazioni con luxury brand, all'ennesima reiterazione di silhouette classiche riproposte in una chiave nuova e in generale un certo appiattimento a livello creativo, negli ultimi due anni si è fatto strada all'interno dello sneaker world un trend che sembra destinato a crescere ulteriormente nei prossimi mesi. La ricerca di materiali inediti e l'impiego di texture inaspettate ha fatto sì che sneaker dalla tomaia "pelosa", furry o shaggy, si ritagliassero un ruolo di tutto rispetto nello sneaker game contemporaneo, come ha fatto notare bene @samutaro su Instagram.
L'ultima scarpa in ordine di tempo ad aderire a questa corrente creativa, in un certo modo reinterpretandola ed elevandola, è la New Balance 2002R disegnata da Salehe Bembury, una sneaker ispirata alle forme e ai colori dell'Antilope Canyon, riprodotto fin nei minimi dettagli nella silhouette, una tomaia in suede con tanto di effetto sporco sulla midsole, a simulare la terra rossa del canyon. È proprio grazie al tentativo di riprodurre quella terra rossa, soprattutto a livello di texture, che la sneaker si candida già ad essere una delle release migliori dell'anno.
Non è certo la prima volta che materiali di questo tipo vengono utilizzati in una sneaker, ma l'approccio con cui vengono usati e il risultato finale segnalano due tendenze ben diverse. Si pensi alle sneaker adidas firmate da Jeremy Scott nei primi anni Duemila, dei veri e proprio Teddy Bear da portare ai piedi, o anche al pack di Nike Dunk SB dedicato ai Three Bears uscito nel 2006, release decisamente sopra le righe, esagerate nei colori e nei materiali scelti. Un trend ripreso da Cactus Plant Flea Market per la collaborazione con Nike Sponge By You, dal pack di Nike Dunk SB dedicato ai Grateful Dead uscito solo qualche mese fa, o alla collezione Concepts x Vault by Vans rilasciata a settembre. In tutte queste silhouette è la componente tattile, così inusuale, ad attirare l'occhio dell'osservatore, insieme all'impiego di colori accesi.
Esiste però un'altra prospettiva con cui intepretare il trend, legato ad un immaginario più normcore, che vive di essentials, che predilige silhouette dal sapore classico, in cui la texture morbida e soft diventa parte di un'estetica streetwear più orientata al luxury. Era questa l'intenzione di Kanye West con le Yeezy Crepe Season 6 Shaggy Thick Suede Taupe, forse la Yeezy meno hype di sempre, ma che fu in qualche modo precursore di una sneaker di ben più successo, nonostante la release limitata agli USA, la Yeezy Powerphase Quite Grey Suede, del 2019. L'anno precedente la collaborazione tra Vans e il retailer di Chicago Notre aveva dato vita ad una Old Skool senza eguali, sia per il materiale scelto, sia per via del simbolo non ufficiale di Vans - quella striscia bianca sulla parte laterale della tomaia - che per questa sneaker era diventata il disegno di due mani che si uniscono. La scelta cromatica ricorda molto la capsule realizzata dal brand con JJJJound, soprattutto nelle intenzioni e nell'immaginario a cui fa riferimento, lo stesso da cui ha tratto spunto anche Aimé Leon Dore nel 2018 per la creazione di una Nike Air Force 1 Bespoke.
La scelta di questo tipo di materiali è sicuramente legata alla stagionalità della scarpa - texture "pelose" o in simil fleece sono perfette per l'autunno-inverno - ma è anche collegata al fine ultimo con cui una sneaker è realizzata. Un materiale come questo da una parte permette di sperimentare, di creare silhouette esagerate, dei veri propri patchwork colorati e divertenti; dall'altra consente di ottenere un effetto più 'high', più sofisticato e luxury per scarpe dal design lineare.