La collezione Menswear SS21 di Louis Vuitton è già stata accusata di plagio
La show di Shanghai ha celebrato l'infanzia di Virgil Abloh
07 Agosto 2020
Nella giornata di ieri, giovedì 6 agosto, Virgil Abloh ha presentato a Shanghai la collezione Menswear SS2021 di Louis Vuitton. Lo show, dal titolo "Message in a Bottle", ha preso vita a partire dal breve film d'animazione "The adventures of Zoooom with friends", già presentato durante la Digital Fashion Week, in cui Abloh aveva raccontato il suo processo creativo immaginandolo come un viaggio esperienziale; un viaggio che ha portato a una collezione piena di riferimenti, alcuni dei quali, però, sono già stati accusati di plagio.
Questo viaggio è iniziato a Parigi, insieme a una banda di personaggi animati - chiamati "Zoom with friends" - catturati mentre caricavano i loro bauli LV in un container e navigavano lungo la Senna con destinazione Shanghai, Cina. All'arrivo al porto di Shanghai, dove si è tenuto fisicamente lo show, la collezione è stata letteralmente disimballata. Davanti a un pubblico di editor e giornalisti locali, i modelli sono usciti direttamente dai container come se avessero viaggiato insieme ai personaggi del cortometraggio. Non solo, alcuni di quei simpatici animaletti animati hanno preso posto anche sui look.
In generale, il tema dominante in tutta la collezione era il concetto di fanciullezza: "un paese delle meraviglie di inclusività e unità, [che] immagina il mondo attraverso la visione incontaminata di un bambino, non ancora rovinato dall'educazione sociale", come si legge nelle note. Con una tavolozza molteplice di modelli e colori, Abloh ha disegnato una collezione che parla dell'innocenza e di che cosa significhi essere un bambino in tempi così difficili. Proprio per questo motivo la sfilata si è riempita di peluche e animali in plastica, che hanno preso parte ai look dello show appuntati su giacche e cappotti e facendo capolino dalle borse in un modo molto particolare, non molto diverso dal lavoro del designer belga Walter Van Bierendonck.
Con la purezza dell'infanzia come idea centrale, Abloh ha poi esplorato una varietà di diversi sotto-temi, tra cui: lo scambio interculturale - una conversazione tra abiti giamaicani e sartoria britannica mostrata attraverso stampe a scacchiera in bianco e nero su abiti e blazer; riferimenti delle sue radici ghaniane, che appaiono evidenti in alcune delle scelte di colore in ode alla bandiera del Ghana, come una felpa verde, gialla e rossa; sostenibilità - solo 30 look realizzati con materiali nuovi, a fronte di 25 look con materiale riciclato e 25 rivisitati dalla collezione precedente; inclusività e unità; ipnovisualismo - l'idea di incoraggiare l'unità e la compassione attraverso espressioni teatrali, un ideale che in questo caso si è concretizzato nei giocattoli di plastica e peluche, in grado di interpretare l'immaginario black e l'afrofuturismo.
Come ha ammesso con orgoglio in un'intervista a Vogue, “La sfumatura è il mio gioco. La mia voce si compone di una moltitudine di livelli e riferimenti.” A conti fatti, però, forse la sua voce avrebbe potuto essere anche un po' più elaborata e sofisticata. Nel tentativo di fondere insieme tutte queste idee diverse, Abloh sembra aver perso l'occasione di una collezione che avrebbe potuto esprimere molto di più, ma che alla fine sembra non essere all'altezza delle sue ambizioni. Non per questo, naturalmente, non si sono visti alcuni look forti a cui affluiranno i suoi devoti amanti dello streetwear, così come alcuni abiti sartoriali più interessanti.
Tuttavia, il suo metodo di lavorazione e progettazione, soprattutto per quanto riguarda i riferimenti all'infanzia, sembra una tiepida copia del lavoro di Walter Van Bierendonck. Un dato triste, perché a ben guardare i peluche non migliorano nemmeno la collezione. Se questo e pochi altri riferimenti fossero stati un po' più ponderati, anche la collezione sarebbe stata molto più raffinata. Ma poco importa, dato che, almeno per ora, il designer ha affermato che il suo obiettivo principale è il tema della sostenibilità, suggerendo che nel futuro probabilmente assisteremo a molti più sforzi da parte del brand in questo senso. “[È] il momento di mettere in discussione lo status quo della moda. Devo essere molto più attento al rapporto che l'uomo ha instaurato con la terra durante la quarantena. Ho deciso che c'è così tanto da fare sul 'nuovo' nella moda. Sto dicendo al mio consumatore che il valore non si deteriora nel tempo," ha concluso Abloh.