I designer diventano modelli per la collezione Resort 2021 di Gucci
Alessandro Michele inverte ancora una volta le prospettive della moda
17 Luglio 2020
Oggi, la Milano Digital Fashion Week giunge al termine, concludendosi con Epilogue, la presentazione della collezione Resort 2021 di Gucci - l’ultima del brand prima di passare ufficialmente al modello di due show l’anno annunciato da Alessandro Michele con gli Appunti dal Silenzio lo scorso maggio. Un nome simbolico, l’atto conclusivo di una storia che ne distilla il significato finale – e in questo caso il punto di arrivo di un’indagine intorno al significato della moda che il designer romano ha definito «una fiaba in tre parti». La fine simboleggiata da questa collezione, nelle parole di Michele stesso:
«Sembra quasi un’overture. Uno spartiacque che chiude e apre al contempo, la soglia di un nuovo inizio, a partire dalla quale immaginiamo il domani».
Il primo atto di questa storia è stato lo show FW20 di Gucci dello scorso febbraio durante il quale il backstage della sfilata è stato messo in prima linea in un atto di decostruzione del rituale della classica sfilata di moda. Il secondo atto è venuto con la campagna The Ritual, in cui Michele ha lasciato le redini della direzione artistica agli stessi fotografi e modelli rendendo la campagna espressione corale e non più unilaterale. Il terzo atto, l’epilogo di questo arco narrativo appunto, è arrivato oggi, con un live-stream di dodici ore durante il quale i vestiti sono indossati dagli stessi creativi che li hanno disegnati, sono quindi i membri del design team di Gucci a diventare il volto del brand, permettendo agli spettatori, al contempo, di guardare nei retroscena dello shooting della nuova campagna – rompendo lo schermo fra realtà e finzione e smontando il fascino della moda rivelandone gli ingranaggi interni.
Quanto alla collezione stessa, la veste grafica della presentazione (probabilmente non la parte meglio riuscita dello show) è creata secondo lo stile degli stessi look pre-sfilata, con i modelli vestiti in piedi davanti a uno sfondo neutro con numero del look e nome del modello a lato, con la naturalezza dei volti e dei corpi dei designer che viene esaltata, anche nelle sue imperfezioni, dall'esuberanza degli abiti - effetto che non si sarebbe verificato se al loro posto ci fossero stati dei modelli. Le foto sono decorate da finti post-it e note a margine che esplicitano il nome e il ruolo all’interno del team di Gucci di ciascuno dei designer che fa da modello per i look. I look stessi sono un inno alla cultura hippie e agli anni ’70 – una direzione stilistica che acquista ancor più senso se si pensa che lo show avrebbe dovuto svolgersi in aprile a San Francisco, una città che della cultura hippie e della lotta per i diritti civili era stata (ed è ancora) la capitale morale.
La collezione Resort 2021 Epilogue di Gucci segna la fine della Milano Digital Fashion Week e, si presume, anche delle fashion week digitali più in generale. La sfilata può essere anche presa a capitolo finale della breve era dei phygital show – un format tanto nuovo quanto ambiguo con il quale il mondo della moda è stato costretto a scendere a patti negli ultimi mesi, con risultati più che alterni. Se il risultato finale della presentazione di Gucci è interessante ma non del tutto convincente, tanti altri brand in queste settimane hanno dimostrato come il proprio prestigio non è esente da defaillance quando confrontati con la novità di un nuovo media. Per ogni Prada, Casablanca, Loewe ed Hermès che hanno creato contenuti validi e collezioni centrate, si sono infatti avute presentazioni poco entusiasmanti, in un alternarsi di buone collezioni e collezioni mediocri presentate in modo interessante. Una sola cosa è chiara: questo epilogo segnerà un nuovo inizio per l’industria oltre che un ritorno alla normalità delle passerelle, di cui già si sente una forte mancanza.