Anche alla Paris Men's Digital Fashion Week mancheranno i grandi brand
Il formato digitale non si sta rivelando una soluzione vincente
02 Luglio 2020
Sono stati mesi particolari per l'industria della moda, che con l'entrata in vigore del lockdown si è trovata a riflettere su modelli e metodi divenuti, per alcuni, insostenibili, un ragionamento andato di pari passo con la sperimentazione e l'emergere di nuove soluzioni. Una delle questioni più spinose si è rivelata fin da subito quella della sfilata, che tra grandi dichiarazioni d'intenti e inedite traduzioni digitali, resta ancora un nodo da sciogliere.
Si respira una certa aria di caos tra le diverse FW europee così come tra gli stessi brand. Se inizialmente infatti l'idea della Digital Fashion Week aveva suscitato opinioni contrastanti, le prime manifestazioni digitali di queste settimane non hanno offerto una prospettiva coesa da parte degli organi ufficiali della moda e delle case di moda. L'argomento si fa ancora più attuale dopo che la Paris Digital Fashion Week Men's, prevista per la prossima settimana, ha rivelato i primi nomi in calendario, non esattamente di primo piano. Come accaduto anche per la London Fashion Week, disertata dai grandi brand della moda inglese, come Burberry e A-COLD-WALL*, anche l'edizione parigina risente della mancanza di grandi maison, e si compone per il momento di nomi quali Berluti, Rhude, White Mountaineering, e pochi altri.
La notizia arriva comunque dopo l'annuncio, qualche giorno fa, del calendario della Settimana della Moda Milanese, sempre in versione digitale, al contrario ricchissimo di nomi di primo piano, a riprova di quanto sia confusionaria la situazione, e di quanto gli stessi brand e gli organi ufficiali della moda non riescano a trovare un piano d'azione comune. Ad incrementare ulteriormente questo clima caotico, la prossima settimana si terrà la prima Paris Haute Couture Week in versione digitale, che in questo caso vedrà sfilare gli storici nomi che la caratterizzano, da Christian Dior a Giambattista Valli, da Schiaparelli a Chanel. Il tutto si somma alla decisione di diversi big player dell'industria, come Gucci e Saint Laurent, di staccarsi dal calendario ufficiale, sfilando in location, date e condizioni dettate da loro.
E' chiaro che quella della Digital Fashion Week non potrà essere una soluzione a lungo termine, sia per motivi strettamente economici che d'immagine, al contrario è molto probabile che una volta che la situazione sanitaria si sarà risolta, torneremo a settimane della moda - meno fitte e frenetiche rispetto a quelle a cui siamo abituati - ma già più vicine alla normalità, mentre per una rivoluzione vera e propria in questo senso passerà del tempo. Guardando i calendari di alcune Digital Fashion Week, tuttavia, resta il dubbio se in alcuni non sarebbe stato meglio mettere in pausa la manifestazione totalmente, invece che proporre soluzioni affrettate e tutt'altro che ambiziose.