Come stanno reagendo i brand alle proteste per la morte di George Floyd
Nike, adidas e molti altri hanno mostrato il loro supporto alla black community
01 Giugno 2020
Per tutto il weekend gli Stati Uniti sono stati teatro di rivolte e manifestazioni scoppiate in seguito all'omicidio di George Floyd da parte di tre poliziotti a Minneapolis. Un altro episodio di quella police brutality che tanto ha colpito la comunità afro-americana negli ultimi anni e che ha dato il via a un generalizzato movimento di protesta civile diffusosi ora a tutte le principali metropoli statunitensi con scontri in strada, vandalismo, saccheggi e incendi appiccati in tutte le principali città – atti che non hanno risparmiato nemmeno i negozi degli streetwear brand o le boutique dei grandi marchi di moda. I principali brand, in ogni caso, hanno approfittato dell’occasione per manifestare il proprio supporto al movimento. Il più significativo di questi brand è stato Nike (già schieratosi dal lato della black community con la sua campagna del 2018 con protagonista Colin Kaepernick) che ha sovvertito il suo usuale slogan Just Do It trasformandolo in For Once, Don't Do It, accompagnandolo con un video-messaggio che diceva:
For once, don’t do it. Don’t pretend there’s not a problem in America. Don’t turn your back on racism. Don’t accept innocent lives being taken from us. Don’t make any more excuses. Don’t think this doesn’t affect you. Don’t sit back and be silent. Don’t think you can’t be part of the change. Let’s all be part of the change.
Con un gesto inaspettato, poi, adidas ha re-postato sul suo Twitter la dichiarazione di Nike, aggiungendo: “Together is how we move forward. Together is how we make change.”
Together is how we move forward.
— adidas (at ) (@adidas) May 30, 2020
Together is how we make change. https://t.co/U1nmvMhxB2
Dopo essere stato criticato per aver lanciato la campaign per una nuova borsa nel crescendo delle proteste, anche Louis Vuitton ha scelto Instagram per fare uno statement ben preciso: un video commissionato da Virgil Abloh, accompagnato dal messaggio “Make a change. Freedom from racism towards peace together. #BlackLivesMatter.” Tra gli altri luxury brand che hanno preso posizione, ci sono stati anche Gucci che ha condiviso le parole della scrittrice Cleo Wade, 1017 Alyx 9SM che ha invece mostrato una delle sue prime grafiche contro il razzismo ma anche Jacquemus, Fendi, Valentino, Versace e Vetements. Anche se le intenzioni di questi brand sono senza dubbio lodevoli, specialmente considerato la loro crescente importanza sul piano culturale, va detto che spesso il loro progressismo viene manifestato più per riflettere gli atteggiamenti mentali dei propri follower e attirarne l'approvazione che per attuare cambiamenti reali - non avendo questi nessun tipo di peso politico o profondità, come dimostrato dalla loro sostanziale indistiguibilità sul piano estetico.
Più creativi e articolati nei propri messaggi si sono invece dimostrati i brand di streetwear. Proprio come Louis Vuitton, Supreme ha pubblicato un video del sassofonista Pharaoh Sanders con un messaggio dell'artista Raj Debah. Altri brand come Kith, New Balance, Fila, Thrasher Magazine, Rebook, Puma e Under Armour hanno offerto il proprio supporto tramite vere e proprie lettere aperte che, anche solo sul piano visivo, paiono molto meno convenzionali e ripetitive dei messaggi dei grandi fashion brand.
La solidarietà dimostrata in seguito alla morte di George Floyd segna un momento importante per la storia della fashion industry. Per molto tempo, infatti, i brand hanno scelto di non prendere posizione su alcune questioni civili che animano la discussione politica ma, a partire da movimenti come il #MeToo e il Black Lives Matter, la loro voce si è fatta udire sempre di più all'interno del dibattito culturale.