H&M chiuderà 7 store in Italia
La catena di fast fashion svedese prende i primi provvedimenti dopo un drastico calo nelle vendite
28 Aprile 2020
Verso la fine di marzo nss magazine aveva provato a tracciare una prima stima del calo nelle vendite e delle perdite che la pandemia da COVID-19 avrebbe causato al sistema moda, in particolare a livello di retail.
Era apparso chiaro fin da subito che uno dei brand maggiormente colpiti, vista anche la situazione difficile in cui già versava, sarebbe stato H&M. Il gruppo di fast fashion svedese nel primo trimestre dell'anno aveva registrato un calo delle vendite pari al -24% in territorio cinese. Grazie alla lenta ripartenza della Cina, la situazione difficile che si profilava in Europa, e soprattutto negli Stati Uniti, appariva ancora gestibile al gigante svedese.
Arriva invece oggi la notizia che H&M chiuderà sette store su suolo italiano. A riportarlo è Uiltucs, sindacato di categoria della Uil, che riferisce della decisione di chiudere gli store in Corso Buenos Aires a Milano (non è chiaro se quello al civico 8 o al 56), in via Torino - sempre a Milano -, e il punto vendita di Udine. Nei prossimi mesi, tra agosto e novembre, si procederà con la chiusura degli spazi di Grosseto, Gorizia, Vicenza centro e Bassano, di fatto mettendo in esubero circa 145 persone. Il sindacato che riporta la notizia precisa che la catena di fast fashion non aveva comunicato l'intenzione di procedere alla chiusura di questi store nel corso dell'ultima riunione, ipotizzando quindi che si tratti di una decisione presa dalla casa madre svedese per cercare di tenere in piedi gli altri 172 punti vendita presenti sul territorio italiano.
E' molto probabile che questo tipo di operazione sarà replicata anche in altri Paesi europei, tanto più che tra dicembre 2019 e febbraio 2020 H&M aveva registrato un +48% nelle vendite online, a riprova del successo di un nuovo modo di fare shopping ai tempi della quarantena, che abbatte anche i costi di gestione per i brand. Se in quello stesso periodo la catena di fast fashion aveva registrato una progressione nelle vendite dell'8%, le stime per il secondo trimestre non sono altrettanto buone, visto il mese di marzo chiuso con vendite al -46%.
Per quanto sia ancora difficile fare delle previsioni accurate sul futuro del sistema moda dopo la pandemia, è indubbio che questi mesi di quarantena e isolamento avranno delle conseguenze a lungo termine non solo sul modo in cui continueremo a fare shopping, favorendo l'online, ma soprattutto sul tipo di prodotto che andremo ad acquistare. Il primo modello da ripensare sarà quello del fast fashion, che sia a livello di produzione che di vendita viaggia a dei ritmi ormai troppo sostenuti e quindi ingestibili.