La distopia sostenibile secondo Rombaut
Sneaker di lusso composte da materiali naturali e in edizione limitata
23 Aprile 2020
Fondato nel 2013, Rombaut è un brand specializzato nella creazione di footwear vegano, prodotto cioè senza l’impiego di materiali di derivazione animale, la cui filosofia è rivolta al concetto di sostenibilità nella moda. Combinando un’estetica avant-garde a una forte vocazione sociale e ambientalista, Rombaut è un brand-pioniere nella lotta per una fashion industry più responsabile e sostenibile, il cui valore risiede tanto nel design dei prodotti quanto nell’artigianalità delle sue scarpe in edizione limitata e nella ricerca tecnica di materiali eco-friendly. Intervistato da Esquire qualche anno fa, Mats Rombaut, founder del brand, ha parlato di alcuni dei materiali innovativi da lui impiegati:
“Cotone rivestito di gomma e pelle vegana, ma uso anche derivati dal cocco, dal fico, utilizzo la fecola di patate e l’ananas, soprattutto d’estate”.
Un altro settore creativo in cui il brand si distingue è quello delle campagne pubblicitarie, che esplorano temi e mood diversi come l’ansia da cambiamento climatico o, come nel caso della campagna SS20, intitolata The Cure, l’ambiente medico nelle sue sfumature più distopiche. Le tematiche della campagna, dedicata alla scienza e all’innovazione e agli individui che grazie al proprio studio e al proprio impegno rendono i cambiamenti possibili, si riflettono nei prodotti stessi del brand, che per questa stagione si ispirano alla forma delle calzature ortopediche declinandole nei colori chiari e asettici del mondo medico, specialmente a una sfumatura chiamata “surgical green”.
Con il suo messaggio ambientalista e la sua estetica aggressiva, apprezzata da celebrity come Lil Nas X e Gigi Hadid, Rombaut si iscrive in nel filone della moda distopica – quel tipo di fashion design, cioè, che rileggendo l’iconografia delle distopie e dell’estetica futuristica e post-apocalittica prova a fornire tramite le sue creazioni un punto di vista critico sulla società. Uno degli esempi più recenti e celebri di moda distopica è stata la collezione FW20 di Balenciaga disegnata da Demna Gvasalia, nella cui sfilata le prime file erano sommerse a simboleggiare l’imminente catastrofe ambientale che avrebbe colpito la “prima fila” della moda.
La collezione SS20 di Rombaut è già disponibile sul sito ufficiale del brand.